Il fiuto dei cani per rilevare il Covid-19? “Serve il coinvolgimento delle istituzioni sanitarie e dei virologi”

Aldo La Spina ha fatto il punto sulle possibilità di impiegare il fiuto del cane per rilevare il Covid-19
MeteoWeb

Servono il coinvolgimento delle istituzioni sanitarie e dei virologi e occorre l’accesso alle biobanche degli istituti di ricerca biomedica”. Questo l’appello lanciato da Aldo La Spina, direttore tecnico di Medical Detection Dogs Italy, che ospite ieri della trasmissione Unicusano Up Magazine su Radio Cusano Campus ha fatto il punto sulle possibilità di impiegare il fiuto del cane per rilevare il Covid-19, addestrandolo a effettuare screening precoci non invasivi in luoghi come aeroporti, scuole, RSA, centro commerciali, in analogia con il lavoro dei cani per rilevamento di droghe e sostanze pericolose.
L’obiettivo finale – ha proseguito La Spina ai microfoni di Radio Cusano Campus –è di preparare e attivare in modo coordinato le unità cinofile dell’Esercito, dei Carabinieri, della Polizia, dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile secondo protocolli tecnici definiti in sede sanitaria per la sicurezza degli operatori e dei cani. Servirebbero pochi mesi di preparazione dei cani addestrati per passare dal rilevamento del Covid-19 su campioni biologici allo screening sulle persone”. La Medical Detection Dogs Italy è la branca italiana dell’associazione con base nel Regno Unito che prepara i cani per il rilevamento delle malattie metaboliche attraverso l’olfatto, soprattutto per individuare i tumori e come cani da assistenza per il diabete e l’epilessia. “Le esperienze di MDDI (certificate anche in ricerche effettuate sul tumore al polmone) e le ricerche in corso nel Regno Unito e in Germania – ha concluso La Spina – indicano la possibilità concreta di questo impiego”.

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