Rassicurazioni e chiarezza sulla variante del SARS-CoV-2 registrata nel Regno Unito arrivano anche da Carlo Federico Perno, direttore di Microbiologia all’Ospedale Bambin Gesù: “È giusto mettere in campo le misure necessarie, ma è improbabile che questa novità diventi un vero problema,” ha spiegato in una intervista a La Stampa. “Da un punto di vista scientifico“, quella della mutazione “era una notizia attesa e neppure la prima di questo genere. Da marzo assistiamo a una serie di piccole varianti che dimostrano la capacità del virus di adattarsi all’uomo aumentando la sua capacità replicativa. Lo fanno tutti gli agenti patogeni, ma questo è molto veloce. Lo dimostra il passaggio immediato dal pipistrello all’uomo, forse con una specie intermedia come il pangolino. Certo adattabilità non significa per forza pericolosità“.
“L’infettività è la capacità di contagiare, mentre la patogenicità di produrre la malattia. L’obiettivo di un virus è replicare, e il suo adattamento all’uomo può ridurre la capacità di uccidere. Un positivo asintomatico infetta molte più persone, dunque l’interesse dell’agente patogeno è produrre tanti asintomatici“. Ecco perché è probabile che nel lungo periodo il virus si indebolisca, “non a caso gli altri coronavirus hanno avuto questa evoluzione“.
“Solo Ebola non muta, sparisce nell’uomo e ritorna dai pipistrelli. Per fortuna Sars Cov-2 al momento non è più presente negli animali,” ha concluso il microbiologo.