Missione razzo Vega fallita, scoperta la causa: furono invertiti i comandi nel 4° stadio

A determinare il fallimento del lancio della missione Vega VV-17 è stata un'inversione dei comandi elettromeccanici
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Lo scorso novembre Arianespace ha annunciato la perdita della missione Vega VV17, che trasportava un satellite di osservazione della Terra per l’Agenzia spaziale europea (ESA). Una commissione d’inchiesta indipendente ha individuato la causa: nulla a che fare col progetto, ma con la definizione del percorso e della gestione della traiettoria.
Grazie al loro duro lavoro in meno di un mese, i membri della Commissione hanno confermato la causa inizialmente individuata dopo la perdita del controllo della missione VV17“, ha spiegato Stephane Israel, ceo di Arianespace, e questo “apre la strada all’immediata implementazione da parte di Avio delle loro raccomandazioni con il supporto di Arianespace ed Esa per consentire un ritorno al volo entro la fine del primo trimestre del 2021, in piena fiducia alla qualità e alla competitività di Vega sul mercato“, ha aggiunto.
E’ stata infatti formulata una roadmap per il ritorno al volo di Vega: a partire da questa settimana, una task force guidata da ESA e Arianespace ha iniziato ad attuare la roadmap con l’obiettivo di rendere possibile il prossimo lancio di Vega, VV18, entro il primo trimestre del 2021 dalla Guyana francese.

Perdita del razzo Vega VV17: le cause

razzo vegaSecondo la commissione d’inchiesta indipendente di Arianespace ed Esa, che ha divulgato le proprie conclusioni sull’incidente del 17 novembre 2020, a determinare il fallimento del lancio della missione Vega VV-17 è stata un’inversione dei comandi elettromeccanici. Il lanciatore europeo avrebbe dovuto immettere in orbita 2 satelliti: lo spagnolo SEOSAT-Ingenio dell’Esa, per l’osservazione delle Terra e il francese TARANIS per il Centro nazionale francese di studi spaziali (Cnes).
Dalle prime indagini era subito emerso un problema relativo all’integrazione del sistema di controllo Thrust Vector Control (TVC) nel quarto stadio AVUM del razzo con un’inversione dei contatti elettromeccanici come probabile causa della perdita di controllo del lanciatore. I primi 3 stadi del lanciatore italiano, costruito dalla Avio di Colleferro (Roma), funzionarono in maniera nominale fino all’accensione dello stadio superiore dell’AVUM, 8 minuti dopo il decollo. In quel momento fu rilevata una traiettoria degradata, seguita da una perdita di controllo del veicolo e dalla conseguente perdita della missione. La Commissione di Arianespace (fornitore dei servizi di lancio) e l’Agenzia spaziale europea (autorità per lo sviluppo del sistema di lancio)  ha concluso che la causa dell’avaria del VV17 non è attribuibile a un difetto nel progetto ma a un errore nel collegamento degli attuatori elettromeccanici del Thrust Vector Control nello stadio superiore AVUM (TVC), con un’inversione dei comandi che ha provocato il decadimento della traiettoria con conseguente perdita del veicolo.

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