Con l’arrivo dei tanto attesi vaccini, la lotta alla pandemia di SARS-CoV-2 può prendere una svolta. La somministrazione dei sieri permetterà di proteggere sempre di più la popolazione, giungendo alla cosiddetta immunità di gregge. Ma i tempi per fare tutto questo, non sono brevi e non si possono escludere altre misure per contenere la pandemia nel 2021, secondo Giovanni Maga, direttore del laboratorio di virologia molecolare presso l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia.
“L’immunità di gregge è un concetto che ha una solida base scientifica e fondamentalmente vuol dire avere un numero di persone immuni ad un’infezione sufficienti da garantire che una persona infetta non riesca a contagiarne altre. Dall’R0, ovvero dalla capacità del virus di diffondersi, dipende quante persone dovremmo vaccinare per avere l’immunità di gruppo. Nel caso del nuovo coronavirus si calcola come indice di sicurezza il 70% della popolazione. In Italia significa circa 40 milioni di persone”, spiega Maga.
“E’ chiaro che per arrivare a questi numeri bisogna soddisfare tre condizioni. Innanzitutto, acquisire un numero sufficiente di dosi: il piano vaccino anti-Covid ha identificato i fornitori, il numero di dosi previste. Se manterremo quel ritmo avremo abbastanza vaccini per tutti. Poi, somministrazione efficace, con le persone che accettano di vaccinarsi e che vengano vaccinate in tempi veloci, e infine riuscire a raggiungere tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2022 la quota del 70%. Ci vuole tempo. E’ impensabile – sottolinea – riuscire ad arrivare a questi numeri prima della fine del prossimo anno“. Mano a mano che “vaccineremo la popolazione l’impatto del virus si ridurrà, ma dovremo continuare ad avere molte attenzioni. Non è escluso nemmeno che saranno necessarie nuove restrizioni. La mascherina ci accompagnerà a lungo. Se teniamo duro per tutta la primavera e vacciniamo come da programma, probabilmente dopo l’estate affronteremo una stagione autunno inverno più leggera”.