SARS-CoV-2, Sebastiani (Cnr): “Siamo nel picco della curva della mortalità, varie cause spiegano i numeri alti”

"La fase discendente della curva è iniziata, ma prima che si evidenzi un calo più marcato, con un numero di decessi inferiore ai 500, saranno necessarie circa due settimane"
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L’Italia continua ancora a registrare un numero elevatissimo di vittime giornaliere a causa dell’epidemia di SARS-CoV-2, che pesano come un macigno nel bollettino quotidiano di aggiornamento. Si sa che la curva dei decessi è l’ultima a scendere, poiché è il risultato di infezioni che sono avvenute settimane prima. Ma forse ora potremmo iniziare a vedere uno spiraglio di luce.

Siamo nella fase di picco per quanto riguarda il parametro relativo alla mortalita’ da Covid-19 in Italia: la fase discendente della curva e’ dunque teoricamente iniziata, ma prima che si evidenzi un calo piu’ marcato, con un numero di decessi inferiore ai 500, saranno necessarie circa due settimane“. Lo afferma il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). “Il calcolo matematico – spiega l’esperto – si riferisce all’andamento della curva dei decessi, ma e’ chiaro che il quadro puo’ mutare e vedo un rischio nelle prossime festivita’ natalizie che, se vi sara’ un rilassamento delle misure, potrebbero portare ad una risalita dell’epidemia”.

Quanto alla stima della Afp in base alla quale l’Italia registra il maggior numero di decessi in Europa, varie sono le cause che, secondo Sebastiani, potrebbero spiegare tale dato. Innanzitutto, rileva, “va considerato il profilo demografico che in Italia vede una quota rilevante di popolazione anziana over 80 anni e con una percentuale rilevante di soggetti anziani con piu’ patologie, proprio la platea che registra il maggior tasso di mortalita‘”. Ma intervengono anche altri fattori: “La metodologia di calcolo e identificazione dei decessi da Covid puo’ variare tra i vari Paesi ed anche questo – sottolinea – determina un diverso conteggio finale dei morti a causa della pandemia“. Inoltre, “interviene pure un fattore di tipo sociale: in Italia molti giovani vivono nei nuclei familiari, spesso con soggetti anziani e nonni, e questo puo’ facilitare il contagio degli anziani considerata la quota di soggetti asintomatici presente tra i ragazzi; una situazione – conclude – che non si verifica ad esempio nei Paesi nordici, dove i giovani vanno via dalle famiglie di origine molto prima rispetto a quanto accade da noi”.

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