“E’ il Natale piu’ triste, perchè penso alla mia comunita’: in Veneto abbiamo ormai raggiunto dieci mesi di questo incubo“. Lo dice il Presidente del Veneto Luca Zaia in una intervista al Gazzettino sulla pandemia da SARS-CoV-2. Il Governatore ammette: “non è facile per nessuno ed è doppiamente difficile per chi fatica a sbarcare il lunario“. E a chi parla ora della fine del modello Veneto di attacco al Covid a causa della recente impennata dei casi replica: “Veneto da primo a ultimo della classe? Il primo e l’ultimo si valutano in base alla qualità delle cure erogate. Non c’è nessun sistema sanitario messo meglio di noi nel potenziale di risposta“. La questione per Zaia sta nel fatto che “nonostante la grandissima pressione ospedaliera, che ha comportato la sospensione delle prestazioni non urgenti, tutti i pazienti vengono presi in carico“. Per di più, secondo il Governatore, “non si può vendere un numero assoluto di infezioni senza rapportarlo alla quantità complessiva dei test, cioè molecolari e rapidi“. Il Presidente respinge infine l’accusa di aver ‘taroccato’ le cifre della pandemia nella Regione. “E’ un’insinuazione meschina, che oltretutto colpisce tecnici di eccellente livello. Il piano sui mille posti è stato deciso ad aprile e completato a giugno, mentre il decreto che istituisce le fasce colorate è stato varato ad ottobre“.