“Per cominciare la campagna vaccinale anti Covid, è chiaro che all’inizio le dosi disponibili saranno poche. Simbolicamente inizierà il 27 dicembre. Dopo è previsto l’arrivo scaglionato di un numero sempre maggiore di dosi”. A ribadirlo è Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute oggi durante una sessione della 15esima edizione del Forum Risk Management in Sanità. “Sappiamo già da ora che sarà disponibile un vaccino, uno dei tre vaccini a Rna che saranno disponibili durante il primo quadrimestre 2021. Ci sarà una finestra di tempo, un periodo entro il quale il numero di dosi disponibili sarà limitato e questo ha determinato la necessità di fare scelte e prioritizzare alcune categorie di popolazione“. Quindi, prosegue Rezza, “in una prima fase della campagna si tenderà a sfruttare l’effetto diretto della vaccinazione, cioè la protezione delle persone ad alto rischio di malattia grave. Soprattutto l’obiettivo è rendere Covid free alcuni ambienti: gli ospedali innanzitutto, ma anche le Rsa. Si renderà necessario dunque vaccinare gli operatori sanitari e i residenti nelle strutture Rsa, che sono state particolarmente colpite nella prima fase epidemia“. E’ chiaro che “dopo con un aumento del numero di dosi si procederà a vaccinare gli anziani, a cominciare da quelli con età più avanzata. E’ la scelta fatta da tutti gli Stati quella di ottenere un effetto di protezione diretta, vaccinando soprattutto popolazioni vulnerabili per diversi aspetti. La strategia poi potrà sfruttare diversi approcci“.
“L’Rt e il numero di nuovi casi positivi tendono a non scendere più, a differenza di quello che abbiamo visto nelle scorse settimane”, ha precisato Rezza. “Il dato dei decessi è ancora molto alto e siamo sopra la soglia per quanto riguarda i posti letto in area medica e terapia intensiva. Inoltre non mi sembra che stiano più scendendo incidenza ed Rt. Ci sarà un incontro della Cabina di regia e dunque non mi sento ancora di anticipare i dati – ha aggiunto –. Ma è chiaro che di fronte a questa situazione occorre estrema prudenza, poi le misure specifiche le decide la politica”. “E’ logico che nel periodo delle feste ci si voglia ricongiungere con i propri cari, ma è anche normale che in questo periodo pandemico si usino tutte le precauzioni per proteggere soprattutto i più anziani”, ha concluso.
E in merito alle scuole, il 7 gennaio riapriranno in tutta Italia o soprattutto nelle aree in cui l’impatto di Covid-19 è minore? “Non so. Molto dipenderà dalle dinamiche epidemiche, dall’impatto dell’epidemia in quel periodo e anche dagli specifici territori, dove l’incidenza tende a essere molto bassa“, puntualizza Rezza. “Se dicessimo fin da ora che in Italia non c’è alcun problema diremmo qualcosa che andrebbe invece verificata. Non ho posizioni pregiudiziali – ha chiarito – devo valutare giorno dopo giorno le dinamiche epidemiche e quelle che sono le possibilità che si danno per riaprire determinate attività. Poi sono altri a dover decidere”. “Essere prudenti“, però, sottolinea l’esperto, “vuol dire fare piccoli passi e permettersi riaperture laddove è possibile, anche valutando caso per caso”.
“Per ora non e’ previsto l’inserimento dei bimbi nella campagna vaccinale. E questo per diversi motivi: non mi risultano ci siano sperimentazioni su bambini. Inoltre sono meno suscettibili al Sars-Cov-2 e piu’ raramente hanno sintomi e malattia gravi. Terzo non sono stati identificati come popolazione che sostiene la trasmissione dell’infezione nella comunità”, ha sottolineato Gianni Rezza. Rispetto alle donne incinte, per le quali in Gran Bretagna il vaccino e’ controindicato dalle linee guida, Rezza spiega: “per la vaccinazione contro il Covid-19 in gravidanza mancano studi e, essendo in genere le donne incinte giovani e a basso rischio di sviluppare malattia grave, credo che in una prima fase ci si possa astenere dal vaccinarle“. I giovani e gli adolescenti, per altre malattie sono considerati driver dell’epidemia ovvero coloro che portano l’infezione a casa, quindi spesso vengono vaccinati per fermare la diffusione dell’infezione. Quanto all’immunita’ di gregge, ovvero il superamento di una soglia di vaccinazione della popolazione, pari al 60-70%, ha concluso l’esperto, “e’ un obiettivo da raggiungere in un secondo momento non all’inizio della campagna vaccinale, in cui dovremo soprattutto proteggere chi e’ piu’ a rischio”.