Sars-Cov-2, incontro tra Speranza e Conte: necessarie nuove misure, per il Cts “il lockdown è una decisione politica complessa”

"E' necessario inasprire le misure di controllo della pandemia", anche per via di quello che "abbiamo visto nell'ultimo weekend"
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C’è fermento a Palazzo Chigi. Appena terminato il confronto con la delegazione Leu sulla verifica di governo, il ministro della Salute Roberto Speranza si è intrattenuto per continuare il confronto con il premier Giuseppe Conte, in merito alla nuova stretta sulle festività natalizie in arrivo. Il confronto è informale, ma necessario in vista delle misure che saranno adottate nelle prossime ore e che continuano a dividere governo e maggioranza.

Oggi pomeriggio il Comitato tecnico scientifico ha chiesto al governo misure più serrate per evitare l’aumento dei contagi nelle prossime settimane. “Dobbiamo essere attenti agli spostamenti. Dobbiamo restringere molto“, ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, intervistato questa sera a ‘Carta bianca’ su Rai tre in merito alle indicazioni per affrontare questa fase della pandemia in vista delle feste di Natale. “Oggi è stata una giornata particolarmente complessa – ha riconosciuto Miozzo – abbiamo avuto discussioni animate fra 26 persone che si incontrano in video e che devono dare delle indicazioni. Ma abbiamo raggiunto un accordo su un’indicazione: è necessario inasprire le misure di controllo della pandemia.

Anche se si vuole escludere un lockdown totale, “un’indicazione che nessuno si è sentito di dare”, Miozzo ha sottolineato che l’inasprimento è suggerito anche “da quello che abbiamo visto nell’ultimo weekend”, con assembramento davanti ai negozi, “che sono situazioni che pagheremo”. Quella di un nuovo lockdown generale, in ogni caso, “è un’indicazione che nessuno si è sentito di dare. Usciamo da due mesi di restrizioni che hanno dato risultati, questa maledetta curva si è fermata e sta scendendo, gli indicatori sono favorevoli”.  “Non è il medico o l’epidemiologo che decide dove e quando si fa il lockdown. Il lockdown è una decisione politica complessa”, ha sottolineato Miozzo. “Se io fossi un politico forse mi sentirei” di assumerla, ha aggiunto “anche perché se si guarda cosa succede al di là dei confini si vede che la stragrande maggioranza dei paesi dell’Unione sta andando in quella direzione”. 

scuole chiuse coronavirusStiamo andando incontro ad un periodo particolarmente delicato“, ha detto Miozzo, facendo l’esempio delle scuole che dovrebbero riaprire il 7 gennaio: “la riapertura delle scuole mobilita 10 milioni di persone” ma d’altra parte, ha sottolineato, “non possiamo immaginare di tenere i ragazzi a casa per i prossimi sei mesi”. Quanto alla prospettiva della vaccinazione, il coordinatore del Cts si è mostrato cautamente ottimista, oltre che certo che l’Italia sia pronta a partire appena ci sarà il via libera. Ma, ha avvertito, “abbiamo poca conoscenza della nostra capacità immunitaria. Non sappiamo quale sarà la reazione dei primi vaccinati, lo sapremo tra sei mesi. Intanto dobbiamo mantenere tutte le prudenze necessarie”.

“Inasprimento delle regole vuol dire che dobbiamo stare molto attenti agli spostamenti, che sono una delle determinanti più caratteristiche della diffusione dell’epidemia. Spostamenti che riguarderanno tutto il paese”, ha precisato Agostino Miozzo, che ha concluso: “Sono spostamenti di gente che va a trovare i familiari, sono congiunti che si riuniscono ma che di fatto sono estranei e l’aspetto drammatico e che si riuniscono dopo molti mesi provenendo da luoghi diversi e potenzialmente sono pericolosi”.

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