La pandemia di SARS-CoV-2 ha creato conseguenze devastanti nel mondo intero, non solo in maniera diretta, con i contagi, le problematiche di salute e i decessi per la malattia, ma anche dal punto di vista mentale, psicologico e sociale. A risentirne di più sono soprattutto i più giovani, privati della loro libertà: scuole chiuse, impossibilità di praticare sport e di passare del tempo con coetanei hanno creato seri problemi. Proprio a riguardo, e dopo gli ultimi tragici episodi di bambini morti dopo essersi ‘impiccati’ per una challenge di TikTok, è intervenuto il presidente della Società italiana di psichiatria Massimo Di Giannantonio: “In tempi di pandemia le conseguenze drammatiche sulla vita dei nostri giovani si incentrano soprattutto su una confusione, una manipolazione e un fraintendimento tra quello che è il mondo reale e quello che è il mondo virtuale. Ci sono molti più rischi per i ragazzi che non vanno a scuola, debbono rinunciare alla socialità in presenza e vivono ore on line. Le vicende accadute recentemente, come il caso della bambina che si è soffocata per una sfida su Tik Tok o le adolescenti che negli Usa, per gioco, uccidono una coetanea: si basano sull’idea che si possano replicare nella realtà elementi virtuali, senza conseguenze, proprio come nello schermo“, ha affermato all’Adnkronos.
“La percezione tra realtà e virtualità è piuttosto consolidata, per i giovani, che hanno tra l’altro una diminuzione del contatto con l’altro, non è cosi. A pesare soprattutto la mancanza della scuola. La relazione con le altre persone aiuta a stabilire il limite da non valicare nella relazione con l’altro. Definisce e ci definisce. Se tutto questo viene meno diminuisce il principio di realtà. E aumenta quello di irrealtà. Questa emergenza sanitaria, con il lockdown, la chiusura delle relazioni in presenza, l’impossibilià di andare a scuola, ha aumentato di molto la confusione tra i due mondi nei ragazzi. In questo momento, dunque, la relazione con i social network è più pericolosa. Questo perché essendosi assuefatti a vivere la realtà in modo virtuale con l’utilizzo dello smartphone, del computer, la navigazione per ore durante la giornata e, soprattutto, durante la nottata, come spesso fanno i ragazzi, la confidenza con il mondo virtuale, diventa un elemento sostanziale nella vita psichica dei nostri giovani“, ha concluso.