I social network censurano parole, discorsi o immagini che violano i principi di tolleranza, rispetto e fact checking. Ne sa qualcosa Donald Trump, il cui rapporto con i social, in particolare con Twitter, è sempre stato caratterizzato da censure e blocchi. Negli ultimi mesi, più volte sono state intraprese azioni di questo genere nei confronti di Trump e dei suoi sostenitori per quanto riguarda le affermazioni sulle elezioni presidenziali e dopo i terribili fatti di Capitol Hill, Twitter ha chiuso definitivamente il profilo di Trump.
Ma Trump e i suoi sostenitori hanno trovato un’altra strada per esprimere le loro idee sui social: Parler. Parler si presenta agli utenti come una piattaforma che promuove la libertà di parola e non ha nessun tipo di filtro che possa escludere parole o discorsi. Ecco come funziona.
Parler è stata fondata nel 2018 da John Matze e Jared Thomson e funziona come Twitter. Ha una bacheca dove vedere i post, chiamati parleys, degli altri utenti seguiti e dove postare immagini e testi da un massimo di 1000 caratteri. Questi i pilastri della piattaforma, che la rendono tanto amata: “Preferiamo tenere al minimo assoluto la rimozione di membri o di contenuti da essi forniti. Lasciare agli individui le decisioni su cosa vedere o chi ascoltare. In nessun caso Parler deciderà quale contenuto venga rimosso o filtrato sulla base delle opinioni espresse”, riportano le linee guida di Parler.
Insomma, la piattaforma promette di essere il regno della libertà d’espressione. “Su Parler non c’è censura, non ci sono fact checker e nessuna segnalazione che dica alle persone cosa dire e cosa pensare”, ha spiegato Matze. “La cosa migliore è che tutti possano esporsi con una pessima idea e poi venire zittiti attraverso il dialogo pubblico”. Anche Parler, però, ha le sue regole: è vietato fare spam, non si possono sostenere organizzazioni terroristiche, non si può diffamare nessuno, non ci possono essere “minacce di infliggere danni fisici”, niente pornografia (che invece è consentita su Twitter), oscenità o indecenze e nemmeno nessun incoraggiamento all’utilizzo di marijuana.
Negli ultimi mesi, Parler ha goduto di un’ottima esposizione mediatica, tanto da essere negli Stati Uniti tra le prime 5 app più scaricate su Android e raggiungere posizioni di rilievo anche sull’App Store. E anche Trump potrebbe sbarcarvi presto. Parler ha raggiunto 1,5 milioni di utenti, cifra che però non è paragonabile ai 330 milioni di Twitter e agli oltre due miliardi di Facebook.