ll prof. Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte, dalla mezzanotte alle sei del mattino.
Miozzo ha parlato del momento che stiamo vivendo: “Cosa ci dicono i numeri? Apparentemente la curva sembra essersi arrestata, sembra scendere, però potrebbe essere la ragione delle operazioni fatte durante questo inverno, delle restrizioni pesanti e dure che abbiamo imposto agli italiani. Probabilmente questo è l’effetto di queste restrizioni, che come è ben noto si dimostrano nei dati due o tre settimane dopo. A Capodanno non siamo usciti, a Natale abbiamo fatto un Natale sobrio, e i risultati ce li abbiamo adesso. Questa apparente situazione però non ci deve lasciare tranquilli. Noi tutti ci auguriamo che la curva scenda, speriamo di poterla controllare, ma le possibilità che la curva riparta è significativa. La divisione in fasce? Nel complesso il nostro Paese ha retto bene, le varie fasce, soprattutto quelle rosse e arancioni, hanno visto la curva declinare rapidamente e in modo significativo. Le zone gialle hanno visto stabilizzare più che declinare la curva. Le fasce hanno funzionato, hanno un significato importante nel controllo e nella trasmissione. Dobbiamo continuare, finché non avremo una copertura vaccinale soddisfacente questo nemico resterà dietro l’angolo“.
Capitolo vaccini – “Dal punto di vista dell’organizzazione, sono smentite tutte le voci che si erano alzate troppo presto, su incapacità e inefficienza. Anzi, le regioni hanno dato vita a una competizione virtuosa. Preoccupa il ritardo della Pfizer, ci auguriamo che siano ritardi legati alla riorganizzazione della produzione in Europa, dobbiamo solo sperare che non facciano scherzi e mantengano gli impegni che si sono presi, c’è tanta gente che adesso aspetta, i piani che il Paese ha fatto sono piani che devono essere rispettati. Abbiamo davanti la più importante campagna di sanità pubblica della storia del nostro Paese, servono centinaia di milioni di dosi, considerando che dobbiamo fare due dosi per ogni vaccinato. Più numerosi sono i vaccini disponibili validati dalle agenzie competenti, più saremo tranquilli. Più sono i vaccini a disposizione più saremo tranquilli“.
Scuole e DAD – “Io sono una persona che considera la scuola una priorità assoluta del Paese, quando vedo un Paese che in una dimensione di superficialità di considerazioni non vede questa priorità. La scuola è una priorità come l’economia, perché la scuola è parte dell’economia, investendo nella formazione investiamo nell’economia, la formazione sarà l’economia di domani, se continuiamo questo abbandono della formazione in presenza avremo gente che faticherà ad immettersi nel mercato del lavoro. La didattica a distanza può supplire in situazioni di emergenza, ma non può essere una alternativa alla scuola. Quando impareremo a considerare la scuola una vera e assoluta priorità del nostro Paese, allora forse avremo fatto un salto di qualità come molti altri Paesi anche dell’Unione Europea hanno già fatto da tempo“.
Il comportamento degli italiani – “Io sono convinto che sia sorprendente la capacità del nostro Paese di resistere a delle prove durissime che sono state imposte a tante categorie. Commercianti, ristoratori, coloro che vivevano di turismo, sono tutte categorie in sofferenza e questo ci rende tristi. Nonostante tutto vedo dal nostro osservatorio una capacità, una disciplina, un rigore che è veramente straordinario. Gli imbecilli purtroppo ci stanno, i media amplificano le azioni dei cretini, aiutateci a non amplificarli, vanno solo perseguiti, non amplificati, lasciateli perdere, non dategli pubblicità. La stragrande maggioranza dei nostri concittadini sa perfettamente come si deve comportare, ha capito perfettamente quali sono le disgraziate regole di questa battaglia“.
Quando potremo ricominciare a respirare? “Se la campagna vaccinale funziona come auspichiamo, inizieremo a vederne i risultati verso la fine della primavera. Per prima cosa abbattiamo il numero delle vittime, che continua ad essere drammatico. Abbattere il numero delle vittime significa alleggerire la pressione terribile che abbiamo sulla struttura sanitaria del nostro Paese. Se mettiamo in sicurezza gli anziani sopra gli 80, gli anziani dai 60 in su, quelli che lavorano nel mondo della scuola, dei servizi e della sicurezza, se mettiamo in sicurezza tutte queste persone, se la campagna vaccinale va come deve andare, io credo che verso la fine della primavera, l’inizio dell’estate, possiamo tentare di cominciare a respirare, anche se mantenendo la rigorosa osservazione di certi criteri di protezione. La mascherina ancora per un po’ ce la dobbiamo tenere addosso. Io sono convinto che potremo arrivare ad una estate quasi normale se tutte queste variabili saranno variabili controllabili“.