La campagna di vaccinazione contro il coronavirus è inziata da diverse settimane ormai, ma nel piano c’è qualcosa che non va. Tante sono le problematiche che stannno facendo preoccupare la popolazione. Furbetti che ‘saltano il turno’, dosi che non arrivano e tanto altro hanno causato il rallentamento della campagna vaccinale italiana. A lanciare l’allarme è il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi ed odontoiatri, Filippo Anelli: ” ad oggi sono solamente 790.251 le dosi di vaccino somministrate agli operatori sanitari, su un totale di 1.312.275. Ben 397.583 dosi sono state invece iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio come ad esempio quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80. È inaccettabile vedere persone che non svolgono un’attività così rischiosa essere sottoposte al vaccino e osservare una larga parte della professione medica non ancora vaccinata“.
“Il personale medico non è solo quello del Servizio sanitario nazionale, che pure è duramente colpito: solo tra le denunce all’Inail, il 68,8%, e il 25% dei decessi, è nel comparto sanità. E, per i medici, tali denunce riguardano esclusivamente i dipendenti (di ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili). Ai quali, per avere un quadro della situazione, vanno sommati i medici di medicina generale, che costituiscono oltre la metà dei caduti nella seconda fase della pandemia. Ci sono poi i liberi professionisti, tra i quali gli odontoiatri, che, per la peculiarità degli interventi che svolgono, sono particolarmente esposti al rischio d’infezione; ci sono i colleghi che operano nelle strutture private accreditate: questi professionisti, in molte Regioni, non sono ancora stati ricompresi nella campagna vaccinale“, ha aggiunto Anelli.
“Come si fa a escludere una parte così importante della professione dalla possibilità di proteggersi? A tutti i medici va garantita la vaccinazione, senza distinguo inutili e ingiusti“, ha concluso.