Il 2020 è stato caratterizzato dalla pandemia di SARS-CoV-2 che ha praticamente fermato il mondo a causa dei lockdown imposti in lungo e in largo. È ormai noto che le emissioni di anidride carbonica siano crollate proprio a causa delle chiusure, così come quelle degli aerosol. “La scorsa primavera, le emissioni di particolato sono diminuite per via dei lockdown, per cui il calore del Sole ha raggiunto il pianeta in misura maggiore, contribuendo a innalzare la temperatura, specialmente nelle nazioni fortemente industrializzate, come gli Stati Uniti e la Russia“, afferma Andrew Gettelman, ricercatore presso il Centro nazionale per la ricerca atmosferica (NCAR).
La ridotta attivita’ sociale e i lockdown hanno influenzato le emissioni inquinanti tanto da aver riscaldato il pianeta per diversi mesi durante lo scorso anno. I ricercatori del NCAR, dell’Universita’ di Oxford, dell’Imperial College e dell’Universita’ di Leeds hanno condotto uno studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, in cui hanno analizzato l’influenza delle particelle sospese nell’aria che impediscono il passaggio in entrata della luce solare.
Il team ha evidenziato le influenze complesse e spesso contrastanti di diversi tipi di emissioni da centrali elettriche, veicoli a motore, impianti industriali e altre fonti. Il gruppo di ricerca ha utilizzato due dei principali modelli climatici, sviluppati da NCAR e da un consorzio di nazioni europee, eseguendo simulazioni su entrambi e regolando le emissioni di aerosol. “Le temperature su parti della superficie terrestre della Terra la scorsa primavera sono state di circa 0,1-0,3°C – riporta l’esperto – piu’ calde di quanto ci si sarebbe aspettato con le condizioni meteorologiche prevalenti. L’effetto e’ stato piu’ pronunciato nelle regioni che normalmente sono associate a sostanziali emissioni di aerosol, con il riscaldamento che ha raggiunto circa 0,37°C in gran parte degli Stati Uniti e della Russia“.
Nonostante gli effetti del riscaldamento a breve termine, l’autore sottolinea che l’impatto a lungo termine della pandemia potrebbe essere quello di rallentare leggermente il cambiamento climatico a causa delle ridotte emissioni di anidride carbonica, mentre gli aerosol, al contrario, provocano impatti piu’ immediati che svaniscono nel giro di pochi anni, ma si tratta di effetti complicati da determinare con esattezza. “Il nostro approccio – sostiene Gettelman – ci ha permesso di identificare l’impatto della riduzione delle emissioni sui cambiamenti di temperatura troppo lievi per essere rilevati nelle osservazioni reali. I risultati hanno mostrato che l’effetto del riscaldamento era piu’ forte nell’emisfero settentrionale“. “Questo lavoro – conclude Gettelman – potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere meglio l’influenza di vari tipi di aerosol in diverse condizioni atmosferiche, contribuendo a informare gli sforzi per ridurre al minimo il cambiamento climatico. Dobbiamo agire per limitare sia l’emissione di agenti inquinanti che quella di aerosol”.