Uomini e mezzi Anas sono al lavoro da questa mattina per effettuare i primi interventi e le prime attività di sgombero nel comune di Amalfi dopo la frana che ha sfiorato abitazioni e invaso la SS163. In collaborazione con i Vigili del Fuoco e con l’impresa di Pronto intervento, le squadre Anas stanno operando sul tratto della statale Amalfitana, all’imbocco della galleria, per rimuovere fango e detriti dal piano viabile con l’ausilio di camion scarrabili, bobcat ed escavatori.
Al termine di queste attività Anas potrà programmare i lavori urgenti per le verifiche dei danni subiti dall’infrastruttura e per il ripristino del piano viabile in piena sicurezza, attività quest’ultima che potrà essere avviata soltanto dopo gli interventi di messa in sicurezza del costone dove si è verificata la frana, ad opera di soggetti privati ed Enti competenti per territorio.
Alle 10 di questa mattina, si è verificata prima una violenta caduta di massi e terreno dalla montagna sulla statale, poi la strada ha ceduto, finendo sul lungomare sottostante, invadendo e danneggiando parte del parcheggio di un ristorante. Chi ha assistito alla scena, racconta di aver sentito anche un forte boato. La grande frana probabilmente è dovuta alle abbondanti piogge dei giorni scorsi. Sono decine le squadre di soccorritori accorse per cercare, quanto prima, di liberare le strade da pietre e terriccio. Presenti anche i carabinieri della locale Compagnia e la comandante provinciale di Salerno dei vigili del fuoco.
Coldiretti: 9 Comuni su 10 a rischio frane
Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai fenomeni di dissesto idrogeologico provocati dalle forti precipitazioni in costiera Amalfitana e nel Cilento. Sono infatti saliti a 7275 i Comuni – sottolinea la Coldiretti – con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 93% in Campania dove la provincia di Salerno si classifica come una delle piu’ a rischio a livello nazionale. Il risultato è che – continua la Coldiretti – sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre un quarto della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.
Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Il Recovery fund è una opportunità per intervenire e realizzare una grande rete di bacini di accumulo capace di garantire una costante disponibilità di acqua per l’agricoltura e la produzione di energia rinnovabile. Un esempio è il progetto che Coldiretti ha condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti per la messa in cantiere di una rete diffusa di invasi per consentire una regimazione delle acque che garantirà una riduzione dei danni causati dagli eventuali eccessi di ruscellamento, fornendo inoltre un contributo per l’approvvigionamento idrico per gli interventi antincendio e sostenendo inoltre la produzione di energie rinnovabili da fonte idrica.