Frana Camogli, possibili altri distacchi: attivato il dipartimento di Protezione Civile nazionale

Frana a Camogli: "Nella parte alta sono stati evidenziati dei volumi in equilibrio precario su cui insistono alcune cappelle del cimitero e alcuni loculi"
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I rilievi che si sono svolti oggi sulla zona del crollo di Camogli, dove una grande frana ha fatto precipitare parte del cimitero sulla strada sottostante, hanno permesso di verificare il meccanismo del crollo e le eventuali varie evoluzioni del fenomeno. “Nella parte alta sono stati evidenziati dei volumi in equilibrio precario su cui insistono alcune cappelle del cimitero e alcuni loculi su cui stiamo ragionando per evitare ulteriori crolli che vanno demoliti in sicurezza – ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone – Vi e’ una parte del cuneo in roccia vicino al belvedere che potrebbe essere interessata da ulteriori distacchi. Vi e’ poi il tema della strada che e’ al limite della zona interessata dal dissesto, su cui non sono stati riscontrati particolari problemi, dove in passato il Comune ha realizzato interventi di consolidamento che possono migliorare il livello di stabilita’ e la zona delle abitazioni che non sono state interessate da fenomeni di dissesto, non diversi da quelli esistenti prima”.

A questo punto, si partira’ con il recupero delle salme, lavorando con la massima sicurezza, “attraverso la predisposizioni di pontoni in mare e contiamo che le operazioni possano iniziare anche da domani. Servira’ un ulteriore monitoraggio per capire lo stato del cuneo roccioso e anche un monitoraggio in continuo per realizzare interventi nella massima sicurezza“, ha aggiunto l’assessore. Complessivamente la giornata odierna e’ servita per mettere a punto tre azioni: “la prima e’ un’operazione di recupero a mare di quanto e’ recuperabile, con l’ausilio di un pontone con ditte specializzate che individueremo, e un monitoraggio continuo delle condizioni meteo-marine perche’ il fatto tempo e l’elemento meteo non sono secondari rispetto alle azioni che dobbiamo intraprendere a mare – ha detto Giampedrone – Questo non potra’ essere un lavoro capillare fino a che lo smontaggio di cio’ che e’ appeso nel cimitero tra le parti pericolose e pericolanti non sara’ fatto“.

Giampedrone ha preso contatto anche con il capo dipartimento Nazionale della Protezione civile Angelo Borrelli per cercare di capire la stabilita’ dello sperone nella parte di levante della frana. “In quest’opera – ha concluso Giampedrone – ci aiutera’ anche la Fondazione Cima, braccio operativo del dipartimento nazionale che abbiamo gia’ utilizzato in altre circostanze e che ha le competenze tecniche per approfondire questa situazione, insieme all’Universita’ di Firenze che abbiamo attivato con il dipartimento nazionale di Protezione civile”.

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