L’alta pressione, che oramai da giorni si è insediata su gran parte dell’Europa e con i massimi proprio sull’Italia e sul Mediterraneo centrale, dovrebbe tenere testa ai flussi instabili per diversi giorni ancora. Le previsioni meteo continuano a essere all’insegna del tempo stabile e ampiamente soleggiato probabilmente fino al 4/5 marzo. A parte lievi infiltrazioni di aria fresca che potrebbero giungere tra domenica e l’inizio della prossima settimana, ma senza altre conseguenze degne di nota, se non un aumento diffuso della ventilazione settentrionale e un apprezzabile calo termico soprattutto sui versanti adriatici, appenninici e poi meridionali, il tempo dovrebbe continuare a essere asciutto e, per di più, l’aria un po’ più movimentata da Est Nordest, potrebbe inibire anche la formazione di nubi basse, foschie e nebbie, se non in forma decisamente più circoscritta.
A quando, allora, la possibilità che arrivino perturbazioni sull’Italia in grado di portare un po’ di precipitazioni? Stando agli ultimi forecasts, l’alta pressione potrebbe andare in crisi o moderatamente in crisi, a partire dalla 6/7 marzo e per qualche giorno successivo, magari poi in maniera più incisiva verso la seconda decade o verso metà mese. Circa il tipo di disturbo ipotizzato dai modelli, c’è ancora abbastanza incertezza. In questa analisi, ci avvaliamo dei dati del modello europeo ECMWF. Stando alle ultime emissioni, le previsioni meteo per dopo il 5 marzo e via via nei giorni successivi, potrebbero vedere una falla depressionaria iberica prendere via via vigore, magari alimentata da aria più fredda proveniente dal settore Baltico. Il modello europea, infatti, da qualche giorno, sta progressivamente abbandonando l’ipotesi di un’azione fredda diretta verso il Mediterraneo centrale, a favore, invece, di un possibile travasamento dell’aria continentale verso il Centro Europa e confluente verso una circolazione moderatamente depressionaria in possibile crescendo sull’Ovest bacino e, appunto, in prossimità della Penisola Iberica. Si prospetterebbe, quindi, l’ipotesi di un progressivo avvicinamento di area più umida atlantica verso il Mediterraneo, foriera di un aumento progressivo di nubi e anche di locali piogge che potrebbero interessare in maniera più diretta i versanti tirrenici centro-meridionali, il Sud peninsulare, localmente il Nord e le isole maggiori. Magari qualche pioggia sparsa potrebbe aversi anche sul resto dei settori, tuttavia in forma più irregolare. Precisiamo, però, che è la visione del modello europeo. Il modello americano, invece, prospetterebbe la possibilità anche di inserimenti instabili nordatlantici, magari più diretti verso i settori centrali del nostro bacino e con una componente un po’ più fredda di matrice subpolare e con previsioni meteo di stampo più simil invernale. A questa distanza temporale non si è in grado ancora di cogliere la configurazione barica prevalente, tuttavia, allo stato attuale dei dati prevalgono segnali per correnti più occidentali o magari nordoccidentali, che non direttamente fredde continentali. La redazione di Web continuerà a monitorare l’evoluzione del tempo nel medio-lungo periodo apportando quotidiani aggiornamenti.