Astronomia: i segreti della Luna potrebbero nascondersi nelle profondità della Terra

Astronomia: i resti del violento impatto che ha provocato la formazione della Luna potrebbero trovarsi nelle profondità della Terra
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Secondo gli astronomi dell’Arizona State University, i resti del violento impatto che ha provocato la formazione della Luna potrebbero trovarsi nelle profondità della Terra: la teoria è stata presentata durante la Lunar and Planetary Science Conference.
Gli scienziati concordano sul fatto che il nostro satellite derivi dall’impatto del protopianeta “Theia” con la Terra, circa 4,5 miliardi di anni fa: dopo avere analizzato i campioni lunari e quelli terrestri alla ricerca di indicazioni sulla formazione della Luna, il team ha ipotizzato che i resti di Theia potrebbero trovarsi in due strati di roccia di dimensioni continentali sepolti in profondità nel mantello terrestre, chiamati superplume, o LLSVP.
I sismologi si interrogano da decenni sulla natura di due strutture al di sotto dell’Africa occidentale e dell’Oceano Pacifico che rappresentano gli elementi più grandi nel mantello terrestre. La nostra idea è che si tratti dei resti di Theia,” ha spiegato Qian Yuan, dottorando presso l’ASU.
La teoria dell’impatto è stata sviluppata negli anni ’70 e nasce dall’esigenza di spiegare il motivo per cui il nostro satellite non possiede un nucleo di ferro né acqua. Secondo i modelli elaborati dal gruppo di ricerca dell’ASU, Theia, il corpo che avrebbe impattato sul nostro pianeta per dare origine alla Luna, aveva dimensioni simili a quelle della Terra.
Gli scienziati hanno misurato i rapporti tra idrogeno e deuterio, uno degli isotopi dell’idrogeno, nei campioni lunari e nelle rocce terrestri, scoprendo che sulla Luna l’idrogeno sembrava essere più abbondante.
Per spiegare queste misurazioni abbiamo ipotizzato che Theia dovesse essere molto più massiccio di quanto si pensasse in precedenza. Le sue dimensioni dovevano essere simili al nostro pianeta, mentre la sua densità doveva essere dal due al 3,5 per cento più elevata rispetto alla Terra,” ha affermato Steven Desch, docente presso l’ASU e coautore dello studio.
Le misurazioni potrebbero spiegare la scala degli LLSVP, che cumulativamente sono formati da una massa circa 6 volte superiore a quella della Luna.
Le prossime missioni sulla Luna e le indagini sulle profondità del mantello potrebbero aiutarci a comprendere se i resti di Theia giacciono sul nostro pianeta,” ha concluso Desch.

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