Coronavirus, il Governo boccia le proposte del Cts: “nessun lockdown nei weekend nè misure nazionali”

Coronavirus, le parole di Sileri e Toti evidenziano la linea del Governo che si appresta a bocciare le richieste più rigide del Cts. La maggioranza dei partiti all'interno dell'esecutivo è contrario a nuovi lockdown
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Il governo è chiamato a decidere a stretto giro sulle nuove misure proposte ieri dal Comitato tecnico-scientifico (Cts) che ha chiesto nuove restrizioni allo scopo di frenare la diffusione del nuovo Coronavirus in Italia. Gli esperti hanno chiesto di valutare delle chiusure nei weekend come a Natale, delle misure di contenimento rafforzate anche nelle regioni in fascia di rischio gialla, e zone rosse mirate come avvenuto durante la prima fase della pandemia nella città di Codogno. Su queste indicazioni il governo deve decidere se rimodulare le misure di contenimento della pandemia, intervenendo con delle modifiche nell’ultimo Dpcm, in questa fase in cui tutti gli indicatori ne mostrano una ripresa. All’interno del Governo, Pd e LeU sono gli unici che stanno spingendo per le chiusure, ma Lega, Forza Italia, Italia Viva, Cambiamo, Azione e anche il Movimento 5 Stelle, quindi la stragrande maggioranza delle forze politiche che sostengono Draghi, si dicono contrari a ulteriori restrizioni, considerando già più che sufficienti, se non esagerate, quelle in atto.

Infatti la novità delle ultime ore è che è stato completamente escluso un lockdown nazionale, ipotesi che aveva già creato qualche divisione nella maggioranza. “Siamo nel pieno della terza ondata e i contagi continueranno a salire. Però non significa che dovremo chiudere tutta l’Italia, le restrizioni saranno necessarie nelle zone più a rischio“, ha spiegato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “Prima di pensare di chiudere nei weekend, io direi rafforziamo i controlli affinché non ci siano assembramenti. Questa è la strategia più di buon senso” ha aggiunto Sileri facendo riferimento alle norme già esistenti. “Non possiamo paragonare questo periodo a quello natalizio – ha concluso – A Natale hai 15 giorni circa di festività, hai lo shopping, hai le persone che escono. In questo momento non è così“.

Come ormai sostengono molti medici, il Cts ed il sottosegretario Sileri, servono interventi mirati ed efficaci, che mettano in sicurezza i cittadini delle zone più a rischio, senza però chiudere tutto in tutta Italia. Nei week end non servono più chiusure, servono più controlli“. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Il leader di Cambiamo e governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha aggiunto: “Credo che fare misure uguali per tutto il Paese da Lampedusa ad Aosta per i fine settimana non sia la scelta giusta. La Liguria ora non è una Regione particolarmente colpita dal virus, che senso ha bloccare i fine settimana? Servono misure mirate laddove c’è necessità, non ovunque. Già non ci si può spostare tra Regioni, nelle zone rosse e arancioni non ci si può spostare tra Comuni, vorrei capire quali altre misure dobbiamo mettere nei fine settimana“.

Accanto a questo inasprimento delle restrizioni, il Cts ha anche ribadito la necessità di estendere la campagna vaccinale a quanti più soggetti possibili e anche nel minor tempo possibile. Proprio sul fronte dei vaccini la casa farmaceutica Johnson & Johnson ha ridimensionato la notizia del taglio delle dosi previste per l’Europa e confermato invece l’impegno di fornire 200 milioni di dosi del suo vaccino Janssen Covid-19 nel 2021, a partire dal secondo trimestre. “Per il bene della trasparenza, presenteremo un aggiornamento della nostra capacità di produzione alla Commissione europea a metà marzo“, ha comunicato la casa farmaceutica. “Avvieremo un nuovo impianto di produzione il prima possibile, in particolare attraverso le collaborazioni con Catalent, Reig Jofre e Sanofi Pasteur“, aggiunge la nota.

Il ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha poi avuto un colloquio telefonico con il commissario Europeo Thierry Breton, sul tema della strategia europea sulla produzione dei vaccini anti-Covid, dopo l’incontro che Giorgetti e Breton hanno avuto a Roma giovedì scorso. Il commissario, a capo della Task Force europea sui vaccini, ha confermato gli impegni sui livelli di produzione europea dei vaccini e sulle aspettative di forte crescita nei prossimi mesi che consentirà di vaccinare la gran parte della popolazione europea. Giorgetti ha quindi confermato la disponibilità delle aziende italiane a essere attivamente inserite nel ciclo di produzione dei vaccini già approvati dall’Ema e dall’Aifa.

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