“L’Etna è femmina: è vivace ed esplosiva ma ci regala la vita”: l’esperto INGV spiega i parossismi “che spero continuino”

L'Etna sta smaltendo la tanta energia accumulata con una serie di parossismi che potrebbe durare ancora a lungo, l'alternativa è una forte eruzione laterale
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La notte scorsa si è verificato l’ultimo di quella che ormai è diventata una lunga serie di parossismi dell’Etna. Il vulcano, per l’undicesima volta in ventuno giorni, ha emesso una fontana di lava dovuta ad attività stromboliana, presente già dalla serata di ieri dal cratere di Sud-Est. Il flusso lavico si è diretto nella Valle del Bove e il fenomeno è stato accompagnato da forti boati, apparentemente più intensi di quelli precedenti, che sono stati avvertiti anche a grande distanza. La colonna di nube eruttiva, sospinta dal vento ad alta quota, ha causato una pioggia di lapilli e cenere lavica nei comuni presenti sul versante nord-est del vulcano.

Salvatore Giammanco – INGV

L’evento della notte scorsa ha particolarmente spaventato i residenti, per via del tremore vulcano e dei boati. Abbiamo chiesto a Salvatore Giammanco, Primo Ricercatore presso l’INGV-Osservatorio Etneo, Sezione di Catania, quale sia la situazione attuale. “A livello di energia non è stato un parossismo molto più forte dei precedenti, anzi: è perfettamente in linea con quelli più recenti. Il problema del risentimento e del fatto che sia stato particolarmente avvertito dalla popolazione è, come spesso accade, dovuto ad altri fattori superficiali. Innanzitutto le condizioni atmosferiche, perché il vento porta i suoni e le onde di pressione più facilmente verso alcuni comuni piuttosto che altri. In secondo luogo può dipendere anche dalla geometria del cratere, ovvero se la bocca eruttiva è spostata da una parte invece che da un’altra. Infine un altro fattore che può causare un maggiore risentimento dell’evento è la profondità del livello di esplosione: se la fontana di lava viene prodotta da magma superficiale, l’evento sarà sicuramente avvertito maggiormente. Non si tratta dunque di un evento più forte rispetto agli altri, perché l’energia e il tremore vulcanico sono identici a quegli degli ultimi eventi, ma il risentimento è legato a parametri superficiali e altamente variabili”, precisa Giammanco.

Cosa possiamo aspettarci, dunque, nelle prossime settimane o mesi?L’Etna ha molta energia accumulata e dunque, per dissiparla, potrebbe fare un’altra decina di questi eventi, a meno che non ceda strutturalmente alla pressione interna e si produca un’eruzione di fianco. Le strade sono dunque due: o sopportiamo la pioggia di cenere oppure dovremo fronteggiare una caduta di lava. Il vulcano, d’altronde, fa il suo lavoro, è la sua vita naturale. Io sono portato a pensare che l’Etna, in questo, sia ‘femmina’: pur nella sua vivacità e nella sua ‘esplosività’, ci regala la vita. I materiali che ricadono nei nostri comuni, lapilli e cenere, costituiscono la base per la fertilità dei nostri suoli, portando ricchezza e nutrimento all’ambiente. La pioggia di cenere, dunque, sebbene provochi ovvi disagi, porta benefici al territorio circostante”, conclude l’esperto dell’Osservatorio Etneo.

L’Etna, dunque, sta smaltendo tutta l’energia accumulata con una serie di parossismi che potrebbe durare ancora a lungo, vista che di energia ce n’è ancora tanta. L’unica alternativa sarebbe una forte eruzione laterale, che non si può escludere ma che potrebbe non avvenire se i parossismi continueranno a questi ritmi. Questi ultimi sono perciò auspicabili. Ai residenti, dunque, non resta che godere dei risvolti positivi dell’attività naturale e fisiologica della ‘Muntagna‘, tanto temuta e tanto amata.

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