SARS-CoV-2, operatore sanitario muore dopo emorragia cerebrale. Inquirenti: “Non c’entra il vaccino”

Un operatore sanitario di 52 anni è morto per emorragia cerebrale: la famiglia ha sporto denuncia ma non emergono nessi tra il decesso e il vaccino
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Con il caos scoppiato intorno al vaccino AstraZeneca, dopo alcune morti sospette e alcuni casi di trombosi, gli occhi delle agenzie regolatorie e della popolazione sono puntati sui vaccini sviluppati per contrastare la pandemia da SARS-CoV-2.

Tra i decessi sospetti in Italia c’era quello di un operatore sanitario, C.S. di 52 anni. Prestava servizio presso una casa di riposo di Palma di Montechiaro, nell’agrigentino ed era residente a Licata. Dopo la morte avvenuta per emorragia cerebrale nei giorni scorsi, la famiglia ha presentato denuncia e la Procura di Agrigento, diretta da Luigi Patronaggio, ha aperto un fascicolo. L’uomo era stato vaccinato con il vaccino Pfizer ma le analisi hanno permesso di escludere un nesso con il siero.

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Foto Kena Betancur / STR / Ansa

Al di là della circostanza “che sia morto per verosimile emorragia cerebrale e che nel mese di febbraio fosse stato sottoposto al vaccino Pzifer in quanto operatore sanitario”, “non vi sono allo stato elementi per affermare che la morte sia correlata a reazioni al vaccino, dicono gli inquirenti. L’uomo, inoltre, “aveva assunto altri farmaci per altro tipo di problematiche sanitarie”. Sono, comunque, “in corso doverosi accertamenti di carattere preliminare“.

L’uomo si era sottoposto alla prima inoculazione del vaccino in quanto appartenente ad una categoria lavorativa prioritaria come quella degli operatori sanitari. In un primo momento, non c’era stato alcun problema ma pochi giorni dopo, l’uomo ha iniziato ad accusare un malessere generale che è degenerato, portandolo in poco tempo all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” di Licata. È stato poi trasferito, in elisoccorso, al Policlinico di Palermo dove è morto per emorragia cerebrale.

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