Oggi Mario Draghi è andato su tutte le furie. E come dargli torto. Da mesi ormai gli esperti sono concordi nel sostenere che per uscire dalla pandemia la strada da perseguire è in particolare una: la vaccinazione degli ultra ottantenni. Con l’arrivo dei vaccini la prima cosa da fare, come primissima fase del ‘piano d’attacco’ contro il virus, sarebbe stata quella di immunizzare gli anziani e le fasce deboli della popolazione, ovvero coloro che maggiormente, fino a questo momento, hanno necessitato di ospedalizzazione in caso di infezione da Covid-19. Ma a quanto pare le regioni sono in estremo ritardo.
Come è possibile vedere dall’immagine a destra, a livello nazionale siamo al 46,5% di vaccinati tra gli over 80, con picchi regionali che vanno dal 69,2% della Provincia di Bolzano, al 29,8% della Toscana. E sulla Toscana, in particolare, ci soffermeremo a breve in merito alla polemica nata intorno alla vaccinazione del giornalista Andrea Scanzi. Tornando a Draghi, oggi il presidente del Consiglio ha ribadito alla Camera dei Deputati la necessità che le Regioni rispettino il piano vaccinale e diano priorità agli anziani, soprattutto non trascurando questi ultimi “a favore di categorie lavorative”. Da questo punto di vista “Il Governo intende assicurare la massima trasparenza ai dati sui vaccini” anti Covid “e renderà pubblici questa settimana tutti i dati sul sito della presidenza del Consiglio Regione per Regione, categoria di età per categoria di età“, ha ribadito durante le comunicazioni sul Consiglio Ue di domani e dopodomani nell’aula della Camera.
Vaccinare gli over 80, dunque, è l’unica strada da perseguire per uscire dalla pandemia al più presto possibile. Lo stiamo vedendo in tutte quelle nazioni che inseguono questo obiettivo da mesi e lo dicono ogni giorno gli esperti: anziani e fasce deboli vanno immunizzate. “Mettendo insieme tutto quello che sappiamo di fondato sugli effetti dei vaccini anti-Covid, ovvero i risultati ottenuti da Israele e dalla Gran Bretagna, quando avremo vaccinato tutte le persone più anziane, gli over 80, che sono l’ultimo gruppo importante a rischio, il numero dei decessi crollerà. L’importante è arrivare a quell’obiettivo. Quando loro saranno tutti vaccinati i decessi saranno prossimi a zero“. E’ questa la previsione riferita all’Adnkronos Salute da Enrico Rettore, ordinario di econometria al Dipartimento di Economia e management dell’Università di Padova. “Io – precisa Rettore – non sono un medico. Sono uno statistico, leggo i numeri. Per quanto riguarda la pandemia mi fido degli esperti di riferimento, virologi e immunologi, che abbiamo imparato a conoscere tutti. Ho fiducia e trovo perfetta rispondenza tra quello che dicono e quello che io vedo nei dati“, conclude.
Il caso Scanzi e il vaccino ‘sospeso’
Intorno al caso della vaccinazione di Andrea Scanzi si è creato un putiferio. Riassumendo molto brevemente la vicenda, il giornalista ‘influencer’ ha annunciato sui social, lo scorso 19 marzo, la notizia della sua vaccinazione. Una vaccinazione avvenuta nonostante il giornalista non appartenga ad una fascia a rischio, per età o per professione. “Se a fine serata avanza una dose di qualsiasi vaccino, non c’è nessuno che la vuole, non rubo il posto a nessuno e se non la accetto io viene buttata via, chiamatemi. Che sia Moderna, Pfizer o Astrazeneca”, aveva scritto Scanzi sulla sua pagina Facebook. “Esattamente quello che mi è accaduto stasera – continuava il post -. Buttare i vaccini dentro una pandemia è un sacrilegio, e Figliuolo (giustamente) ha fatto anche una ordinanza in merito, promuovendo in ogni modo l’uso di tutte le dosi disponibili.
Così, nel pieno rispetto delle regole, mi sono messo garbatamente nella lista dei disponibili al vaccino a fine giornata, per non buttare via nessuna dose altrimenti gettata via. Categoria “panchinaro” e – come mi ha detto Asl – caregiver familiare, essendo figlio unico e avendo entrambi i genitori “fragili”.
Oggi, come era naturale prevedere, molti non hanno trovato entusiasmante vaccinarsi con Astrazeneca dopo lo stop di tre giorni. C’è molta paura in giro. Molto scetticismo. Non poche dosi libere. E di sicuro non c’era la fila per vaccinarsi, anche se le disdette sono state per fortuna minori delle previsioni più nefaste.
A fine giornata, il responsabile di vaccinazione della mia zona mi ha informato che c’era una dose disponibile. Non mi ha stupito: ieri, in un sondaggio di Piazzapulita, più del 60% diceva di non voler fare Astrazeneca.
Io non appartengono minimamente a quel 60%”.
Da quel momento le domande e le polemiche sono state tante: è stata corretta la procedura? Perché vaccinare un soggetto giovane e senza rischi come Scanzi e non, ad esempio, una persona malata o anziana? Lui ha rassicurato più volte che la procedura era corretta, ma ora, guardando i dati della Toscana, viene da chiedersi: perché quel vaccino da buttare non è stato fatto a chi ne aveva maggiormente bisogno? Forse il numero di telefono di Scanzi era più reperibile di quello di un ‘comune mortale’?
I dubbi restano. Anche perché a quanto pare in Toscana la confusione sui vaccini regna sovrana. “Sto ricevendo tante segnalazioni da cittadini che mi chiedono chiarimenti su come fare il vaccino. Hub o medici di famiglia? Astrazeneca o Pfizer? Si può fare in farmacia o i medici vengono a casa? Bisogna mettersi in lista o si viene chiamati automaticamente? La confusione regna sovrana perché manca un piano vaccinale regionale! Confusione e annunci, a questo assistiamo quotidianamente. E allora cosa rispondere? Chiedetelo ad Andrea Scanzi! Non è un ultraottantenne, non fa parte di una categoria sottoposta a rischio professionale, eppure è stato vaccinato perché era iscritto ad una lista di riserva verbale“. Lo afferma il consigliere regionale Diego Petrucci (Fdi), che ha presentato un’interrogazione al presidente della Toscana, Eugenio Giani, firmata anche dal capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Torselli. “Mentre ultraottantenni, che non hanno mai usato un computer in vita loro, sono costretti a scontrarsi con farraginose e illogiche piattaforme online, il giornalista del Fatto Quotidiano Scanzi è stato comodamente chiamato al telefono. Per questo alle domande che mi vengono poste mi viene da rispondere: ‘Chiediamolo a Scanzi!’“, commenta Petrucci.
E anche il Codacons è sceso in campo per vederci chiaro sulla vicenda del vaccino a Scanzi, presentando oggi un esposto alla Procura di Arezzo, che chiama in causa l’Asl Toscana Sud Est e la Regione Toscana. Come è noto, la Asl avrebbe garantito la correttezza della procedura seguita per la vaccinazione di Scanzi, sostenendo che il giornalista era regolarmente iscritto alla cosiddetta “lista dei panchinari” in qualità di “caregiver” che si prendeva cura dei due genitori anziani. “Entrambe le affermazioni devono essere verificate – afferma il Codacons -. La lista dei soggetti riservisti risulterebbe, come riportato da alcune testate, in realtà inesistente, e il modulo per iscriversi a tale elenco sarebbe stato pubblicato on line dalla Asl Toscana Sud Est solo sabato scorso, ossia un giorno dopo la vaccinazione di Scanzi”. “Ma anche la qualifica di ‘caregiver’ di Scanzi potrebbe risultare poco credibile – svela oggi il Codacons -. Le disposizioni del Ministero della salute prevedono infatti il diritto alla vaccinazione solo per chi si prende cura in modo continuativo e costante di disabili o soggetti fragili: come può conciliarsi tale requisito con l’attività di Andrea Scanzi, che almeno fino all’agosto del 2020 ha girato tutta l’Italia col suo spettacolo teatrale ‘Gaber se fosse Gaber’, spettacolo che, come si legge nello stesso sito internet di SCANZI, ha registrato 150 repliche?“.
Dubbi su cui ora dovrà pronunciarsi la Procura di Arezzo, “per chiarire se il giornalista avesse effettivamente diritto alla vaccinazione in modo prioritario e se Asl e Regione Toscana abbiano commesso abusi – anche telefonando ripetutamente al giornalista per invitarlo al vaccino e non agli ultraottantenni aretini – nella procedura seguita”, spiega l’associazione. Il Codacons inoltre fa sapere che denuncerà all’Ordine dei giornalisti Bianca Berlinguer (Rai3), “per aver ieri messo il servizio pubblico e disposizione di Andrea Scanzi, consentendo al giornalista di utilizzare mezzi e risorse della Rai, pagate dai cittadini, per una difesa privata e senza contraddittorio”.