SARS-CoV-2, il premier Johnson: “Contagi diminuiti per il lockdown, non per il vaccino. Con le riaperture aumenteranno casi e morti”

SARS-CoV-2, Johnson: "Certamente il programma di vaccinazione ha aiutato, ma il cuore del lavoro nella riduzione dei contagi è stato fatto dal lockdown"
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Il processo di uscita del Regno Unito dal terzo lockdown nazionale antiCovid dopo oltre 3 mesi è confermato, nel contesto  del calo dei contagi, ma comporterà inevitabilmente una ripresa di casi e decessi: è quanto ha affermato Boris Johnson, invitando i connazionali alla cautela.
Riaprire comporterà inevitabilmente più infezioni e, purtroppo, più ricoveri in ospedale e più morti, la gente deve saperlo“, ha spiegato il premier, aggiungendo di “non vedere al momento ragioni per cambiare” il percorso di uscita graduale dal lockdown, ma che “è molto importante che le persone continuino a essere caute“. “E’ molto, ma molto importante che le persone continuino a essere caute e esercitare moderazione nei comportamenti basilari necessari a fermare la diffusione del virus: lavarsi le mani, mantenere un ampio distanziamento dagli altri, concentrare le attività all’aria aperta“.
Il primo ministro ha quindi definito “grandioso” il risultato conseguito dal Regno Unito sul fronte delle vaccinazioni anti-Covid e in particolare “il raggiungimento in leggero anticipo dell’obiettivo di garantire a tutte le nove fasce d’età prioritarie (degli over 50) la prima dose“.
Ieri nel Paese, dopo oltre tre mesi di restrizioni, hanno riaperto le attività commerciali non essenziali, parrucchieri, palestre, ristoranti e pub all’aperto. “Certamente il programma di vaccinazione ha aiutato, ma il cuore del lavoro nella riduzione dei contagi è stato fatto dal lockdown“, ha sottolineato Johnson. “Perciò, visto che sblocchiamo, il risultato sarà inevitabilmente che vedremo più infezioni, più ricoveri e decessi“, ha concluso.

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