Si è spento all’età di 95 anni John Glenn, primo astronauta statunitense ad essere andato in orbita intorno alla Terra, nel 1962. Glenn è morto in Ohio dopo diversi anni di problemi di salute a seguito di un infarto. Il governatore dell’Ohio, il repubblicano, John Kasich, ha dedicato un messaggio a Glenn su Twitter, definendolo un “eroe” e chiedendo di guardare il cielo per “salutare i suoi straordinari viaggi“. Anche la Nasa ha espresso le condoglianze, sempre su Twitter, e lo ha definito “un vero eroe statunitense“.
Nato nel 1921 a Cambridge, in Ohio, Glenn era uno degli astronauti più celebrati negli Stati Uniti, con una carriera che include due voli nello Spazio, 24 anni come senatore dell’Ohio e un tentativo di correre per la presidenza come candidato del partito democratico nel 1984. È stato il primo statunitense ad andare in orbita intorno alla Terra nel 1962, a bordo della capsula Friendship 7 Mercury, missione della quale era l’ultimo sopravvissuto. Fu lanciato il 20 febbraio 1962 nella missione Mercury-Atlas 6, rimanendo 4 ore e 55 minuti nello spazio. Il tenente colonnello compie tre orbite intorno alla Terra: fu la risposta, con un anno di ritardo, all’Unione Sovietica e a Juri Gagarin. “Zero-G (gravity) and I feel fine,” (“Assenza di gravità e io sto bene”) è uno delle frasi più famose pronunciate da Glenn durante la sua missione. E poi aggiunse: “… Oh, and that view is tremendous” (“Oh, e da quassù la vista è meravigliosa”).
“Il primo statunitense ad avere orbitato intorno alla Terra ci ha ricordato che con coraggio e spirito di scoperta non c’è limite alle vette che possiamo raggiungere insieme”, ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. “Con la morte di John, la nostra nazione perde un’icona e Michelle e io perdiamo un amico. L’ultimo dei primi astronauti Usa ci lascia, ma spinti dal suo esempio sappiamo che il nostro futuro sulla Terra ci obbliga a continuare a raggiungere nuovi cieli”, ha aggiunto Obama, “John ha passato la sua vita a frantumare barriere. Ha ispirato generazioni di scienziati, ingegneri e astronauti, che ci porteranno su Marte, non solo in visita ma per rimanerci”. Anche il presidente neoeletto Donald Trump ricorda l’astronauta: “Oggi abbiamo perso un grande pioniere dell’aria e dello Spazio in John Glenn. E’ stato un eroe e ha ispirato intere generazioni di futuri esploratori. Ci manchera'”. John Glenn era tornato ancora una volta a fare la storia nel 1998, diventando a 77 anni la persona più anziana volare nello spazio a bordo di Discovery. Fu senatore democratico, in rappresentanza dell’Ohio, dal 1974 al 1999. Nel 2012 Obama gli consegnò la medaglia della libertà, la massima onorificenza civile nel Paese, per essere diventato con la sua storica carriera “un eroe in tutti i sensi”. Nella Seconda guerra mondiale fu pilota in 59 missioni di combattimento, che si unirono a oltre 90 nella Guerra di Corea. Di origini umili, figlio di un idraulico e un’insegnante, si sposò con il suo amore d’infanzia Annie, con la quale ha avuto due figli, John e Carolyn.
Se ne va così anche l’ultimo dei sette astronauti che la Nasa selezionò per lanciare il programma Mercury, il simbolo di un’era. Così come lo era Glenn, uomo lanciato nello Spazio all’apice di una Guerra Fredda combattuta anche in orbita. Non fu il primo americano nello Spazio, ma la sua circumnavigazione della Terra fu uno degli eventi che rimasero indelebili nell’immaginario collettivo degli americani: l’impresa è stata persino immortalata in un libro di Tom Wolfe dal titolo ‘The Right Stuff’ e da un omonimo film del 1983 ad esso ispirato. Così come indelebile rimane il suo sorriso all’uscita dalla ‘Friendship 7’ tornata intatta sulla Terra, accolto dall’abbraccio di un Paese orgoglioso di lui: “John Glenn, nel 1962, fu l’ultimo vero eroe nazionale che l’America ha avuto”, ha scritto Wolfe, “bisogna essere stati vivi in quel periodo per comprendere la reazione dell’intera nazione” a quella impresa.