L’aereo caduto, un Airbus A321-200, aveva 18 anni: era stato fabbricato nel 1997 e aveva alle spalle circa 56mila ore di volo in quasi 21mila viaggi
Un aereo russo con 224 persone a bordo si è schiantato ieri mattina nella penisola del Sinai, in Egitto, poco dopo avere perso i contatti con i radar. Non ci sono sopravvissuti. Partito da Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, il volo 7K-9268 era diretto a San Pietroburgo, in Russia, ma è precipitato in una zona montuosa: si tratta dell’area di Hassana, circa 35 km a sud della città costiera di El-Arish, sul Mediterraneo. Un gruppo militante affiliato allo Stato islamico in Egitto, noto come ‘Provicia Sinai’, ha rivendicato lo schianto sostenendo di avere abbattuto l’aereo “in risposta ai raid aerei russi” in Siria, ma tanto Mosca quanto Il Cairo hanno smentito questa versione. Il ministro dei Trasporti della Russia, Maxim Sokolov, ha detto che le informazioni sul presunto abbattimento “non possono essere considerate attendibili”, e il premier egiziano Sherif Ismail ha affermato che “tecnicamente non si può abbattere un aereo che vola a quell’altezza”.
Il velivolo, un Airbus A321 operato dalla compagnia aerea russa Kogalymavia con il brand Metrojet, era decollato da Sharm el-Sheikh alle 5.51 ora locale (le 04.51 in Italia) ed è scomparso dai radar 23 minuti dopo, mentre era a un’altitudine di 31mila piedi (pari a 9.400 metri). Dei 224 a bordo, 217 erano passeggeri e sette membri dell’equipaggio. La notizia che non ci siano superstiti è stata prima anticipata da fonti mediche e della sicurezza e poi confermata dall’ambasciata russa al Cairo. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato per oggi, 1° novembre, una giornata di lutto nazionale in Russia. Tanto l’Egitto quanto la Russia hanno costituito un comitato di crisi per la gestione della situazione. Il procuratore generale dell’Egitto ha acconsentito a permettere al governo russo di partecipare alle indagini sulle cause dello schianto.
L’aereo caduto, un Airbus A321-200, aveva 18 anni: era stato fabbricato nel 1997 e aveva alle spalle circa 56mila ore di volo in quasi 21mila viaggi. Il presidente dell’organismo responsabile degli aeroporti egiziani, Adel Mahgub, ha riferito che il velivolo era stato sottoposto a un’ispezione prima di partire da Sharm el-Sheikh ed era in “buono stato” per volare. E’ poi emersa la notizia secondo cui il pilota, rendendosi conto di un “guasto tecnico”, avrebbe richiesto un atterraggio di emergenza nell’aeroporto più vicino. Ma in serata il ministro egiziano dell’Aviazione civile, Mohamed Hossam Kemal, ha detto che “l’aereo non aveva richiesto un cambiamento di rotta”.
Racconto tragico dal luogo dello schianto, con le squadre di soccorso e salvataggio che inizialmente hanno anche udito voci provenienti da una sezione del velivolo. “Sto vedendo una scena tragica. Tanti morti sul terreno e molti che sono morti ancora legati ai loro posti a sedere”, aveva raccontato stamattina a Reuters telefonicamente un funzionario della sicurezza. La fonte aveva spiegato che “l’aereo si è spezzato in due: una piccola parte sulla coda che si è bruciata e una parte più grande che si è schiantata sulla roccia”.