Ambiente, gli animali selvatici in città: i dettagli di un fenomeno in crescita [GALLERY]

  • LaPresse/XinHua
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Negli ultimi anni, le nostre città sono state colonizzate da un numero sempre maggiore di animali selvatici che hanno creato comunità ricche e complesse.

L’ambiente urbano infatti ha condizioni che favoriscono l’insediamento e la moltiplicazione di specie selvatiche: è sicuramente più sicuro perché non vi sono cacciatori, più confortevole perché ha una temperatura in media di 1-2° più alta di quella delle campagne circostanti, differenza che si accentua durante la notte poiché gli edifici cedono lentamente il calore accumulato di giorno. In città inoltre c’è maggiore disponibilità di cibo e abbondanza di siti di nidificazione: alberi, ma anche tralicci e piloni. Gli uccelli per fare il nido hanno imparato ad utilizzare materiali insoliti come plastica, carta, filtri di sigarette.

Negli ultimi decenni si è assistito al diffondersi nelle città di gabbiani e cornacchie, animali che hanno grandi capacità di adattamento e che sono in grado di sfruttare le situazioni più diverse. I primi sono ormai comunissimi anche in città distanti dal mare come Roma, dove si sono insediati e nidificano sui monumenti del centro storico.

200824496-d9170699-c962-417c-9c43-b096b18286c4Le cornacchie sono uccelli intelligenti ed intraprendenti, con un’alimentazione molto varia: frequentano infatti le discariche insieme ai gabbiani e si nutrono volentieri del cibo che viene messo in strada per i gatti randagi, si muovono senza paura fra le automobili e non temono l’uomo.

Molto diffuse sono anche taccole, tortore dal collare e storni, questi ultimi diventati un serio problema soprattutto in autunno, quando si radunano sugli alberi in gran numero, sporcando con il loro escrementi le auto e rendendo i marciapiedi inagibili; molto fastidioso è inoltre il rumore che producono.

Ultimamente si sono moltiplicati anche i pappagalli, i parrocchetti verdi, di origine tropicale, scappati dalle gabbie o liberati (anche se c’è un crescente dubbio sul perché di questa espansione), che si vedono sfrecciare velocissimi al tramonto nelle strade di città come Roma (ormai invasa da questi animali tropicali) o posarsi in stormi su qualche albero. Tutti questi uccelli di recente insediamento sono diventati una minaccia per le altre specie, quelle autoctone, con le quali competono per il cibo e di cui predano i nidi.

Alle aree urbane si adattano anche uccelli che vivono comunemente su pareti rocciose come il balestruccio e il rondone, che fanno il nido sugli edifici, o alcuni rapaci come i gheppi. Sono presenti anche rapaci notturni, in particolare le civette.

Anche per alcune specie di mammiferi l’ambiente degli edifici è molto favorevole: vi si rifugiano alcune specie di pipistrelli; tra i roditori molto diffusi sono i ratti delle chiaviche e i topi domestici. Le volpi sono presenti nelle aree verdi, insieme a ricci e scoiattoli rossi.

Tra tutte le città italiane, Roma presenta valori di biodiversità molto significativi: la fauna dei vertebrati è costituita da quasi duecento specie. Oltre alle specie citate nelle zone verdi sono presenti numerosi altri uccelli come il cuculo, il picchio, il fringuello, il cardellino, il verzellino, il verdone, la cincia, la capinera, l’usignolo. Nella zona del Foro romano si può incontrare il passero solitario e sui piloni dei ponti del Tevere si possono vedere i cormorani nella tipica posizione con le ali allargate.

Sul Tevere si notano frequentemente anche le nutrie che a volte vengono scambiate per grossi ratti, ma che sono invece roditori esotici allevati decenni fa come animali da pelliccia. Rilasciati o fuggiti dalle gabbie si sono moltiplicati enormemente, tanto da costituire un rischio per gli argini dei fiumi sui quali scavano gallerie rendendoli franosi.

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