“Paura mentre ero nello Spazio? No, siamo addestrati e selezionati perché adatti a fare quello. L’emozione più grande è stata quando mi è apparsa la Stazione spaziale internazionale e mi è scappato un ‘Oh, my God’“: queste le parole dell’astronauta italiana ESA Samantha Cristoforetti, pronunciate in occasione dell’evento “Space is closer: lo Spazio che ti migliora la vita“, organizzato in occasione della F Design Week dal settimanale di Cairo editore, a cui hanno partecipato l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo, e il responsabile lanciatori Esa, Stefano Bianchi.
“Ovviamente mi piacerebbe andare sulla Luna, ma credo che l’amministrazione Usa stia pensando ad astronauti americani“. “L’obiettivo più immediato è la costruzione di una base spaziale cislunare, si spera di lanciare il primo modulo nel 2022, il ritorno sulla superficie lunare era previsto per il 2028, adesso sembra che l’amministrazione americana voglia far atterrare due astrenauti entro il 2024, sono in corso i primi studi“.
“Se lo Spazio ci sembra lontano – ha proseguito – è perché c’è tutta una serie di servizi forniti dai satelliti che funzionano talmente bene che non ci pensiamo neanche più che siano delle applicazioni spaziali; se guardiamo un’Olimpiade dall’altra parte del mondo in tempo reale o se il Gps del cellulare ci porta sulla porta di un ristorante è grazie ai satelliti“.
Riferendosi poi alla questione climatica, Cristoforetti ha dichiarato che “è poco presente nell’opinione pubblica italiana, dobbiamo farci sentire di più, soprattutto quando ci sono le elezioni“.
Sulla prima “fotografia” di un buco nero ha affermato: “Credo che sia davvero qualcosa di eccezionale per tutti gli esseri umani, fanno parte dell’immaginario di tutti e riuscire in qualche modo a visualizzare qualcosa di così lontano e che abbiamo sempre immaginato come invisibile è eccezionale“.