In attesa di ricevere le ultime notizie sul salvataggio del piccolo Julen, caduto in un pozzo il 13 gennaio, possiamo comunicare che la squadra di minatori ora si trova a soli 65cm dal luogo in cui si crede si trovi il piccolo. Per giungere ai 3,15 metri attuali del tunnel orizzontale di circa 3,8 metri che dovrebbe portare da Julen è stato necessario ricorrere ad una terza micro-esplosione. L’asprezza del terreno che sta rallentando le operazioni impedisce almeno che si verifichino frane. Nelle operazioni di salvataggio sono stati scavati 40.00 metri cubi di terra e spostati altri 82.000.
Nessuno si aspettava che quella chiamata di emergenza del 13 gennaio si sarebbe trasformata in una missione così complicata. 12 giorni dopo che Julen, 2 anni, è caduto in un pozzo stretto e profondo, è una corsa contro il tempo e con la speranza di un miracolo. Ecco i principali punti chiave di una situazione che sta tenendo il mondo intero con il fiato sospeso.
Caratteristiche del pozzo. Il pozzo in cui è precipitato il piccolo è ampio appena 25cm ma è profondo oltre 100 metri. All’arrivo dei primi vigili del fuoco, ci si è subito resi conto dell’entità del problema: la ristrettezza ha reso impossibile la discesa di uno specialista per recuperare il piccolo. È stato necessario studiare altre soluzioni in maniera immediata.
Indizi. La Guardia Civile ha lavorato dal primo momento per trovare Julen. Ha affrontato il caso come una sparizione. I genitori hanno raccontato che è caduto nel pozzo ed è la testimonianza a cui gli agenti hanno dato validità. La stessa notte del 13 gennaio è stata estratta della terra dall’interno del pozzo e 48 ore dopo le analisi i del DNA hanno certificato l’esistenza di tracce biologiche che coincidevano con quelle dei genitori e con quelle sul biberon del piccolo.
Un tappo di sabbia. Anche se in un primo tentativo è stato introdotto un cellulare legato ad una corda per vedere come stava il piccolo, in seguito è stato possibile utilizzare una telecamera messa a disposizione delle operazioni da un’impresa specializzata. Tuttavia, quando sono stati raggiunti i 71 metri di profondità, ha colpito un tappo di sabbia. Si è cercato di eliminare l’ostacolo con varie modalità, ma sono stati rimossi solo pochi centimetri di terra poiché il materiale era molto compatto. È stato questo il momento in cui le autorità hanno iniziato ad analizzare altre formule per il salvataggio.
Numerose alternative. Le opzioni avanzate per raggiungere il luogo in cui si ritiene si trovi Julen sono cambiate nel corso dei giorni. La prima opzione era quella di realizzare uno scavo orizzontale con una fresa, però dopo i sondaggi di prova questa opzione è stata scartata. Poi è stato proposto di fare due perforazioni parallele al pozzo in cui è caduto il piccolo. Per fare questo, si doveva ridurre il fianco della collina di 30 metri. Alla fine, è stata raggiunta una quota di 23 metri (con lo spostamento di 40.000 tonnellate di terra) e si è deciso di eseguire una sola perforazione per accelerare il processo.
Complessità del terreno. I tecnici, guidati dall’ingegnere Ángel García Vidal, hanno evidenziato in numerose occasioni le difficoltà che presenta il suolo sul quale devono lavorare. Denominato Complejo Maláguide, è formato da affioramenti di calcare e argillite, così come inserimenti di quarzite, oltre a materiali di decomposizione che provocano instabilità nelle scarpate. L’impossibilità di elaborare studi geologici in precedenza ha fatto sì che la squadra di soccorso sia andata incontro ad ognuna di queste striature, di maggiore o minor durezza. È stato anche necessario rifare i cammini di entrata alla proprietà in cui si trova il pozzo per permettere l’accesso a macchinari fino a 75 tonnellate. Ogni passo che viene compiuto, è analizzato attentamente e si tengono riunioni quotidiane. “Non possiamo lasciare niente al caso”, ha dichiarato Francisco Delgado Bonilla, responsabile del Consorzio Provinciale dei Vigili del Fuoco.
Alta specializzazione. I membri della brigata di minatori sono un buon esempio dell’alta preparazione dei professionisti che lavorano alla ricerca di Julen. Non c’è nessuno più esperto di questi minatori per completare il lavoro: una galleria orizzontale a circa 72 metri di profondità in poco più di un metro quadrato di spazio. Ci sono anche 13 ingegneri e squadre specializzate di vigili del fuoco. Anche le attrezzature sono le più appropriate a ciascuno dei lavori che devono essere eseguiti e sono giunte a Totalán da località coma Malaga, Cadice o Madrid. “Non c’è niente di migliore sul mercato”, ha sottolineato García Vidal.
Molti uomini sul campo. Oltre 300 persone lavorano a turno dal 13 gennaio ad oggi. Gli uomini impegnati appartengono alla Guardia Civile, al Gruppo delle Emergenze dell’Andalusia (GREA), al Collegio di Psicologia dell’Andalusia Orientale, alla Polizia Nazionale, al Consorzio Provinciale dei Vigili del Fuoco, alla Brigata di minatori, oltre ai numerosi tecnici di diverse imprese private.
La solidarietà di Totalán. La coordinazione dei lavori avviene al posto di comando, installato nelle cantine della casa di Yolanda Alcaide, una vicina di Totalán che ha voluto partecipare alle operazioni di salvataggio del piccolo Julen mettendo a disposizione la sua casa. In un altro appartamento, ceduto da un’altra residente locale, alloggiano da oltre 10 giorni i genitori di Julen, Victoria García e José Roselló. Numerose donne, inoltre, preparano ogni giorno pasti per tutte le persone coinvolte nelle operazioni. “Mi sento orgoglioso di tutti loro per la loro generosità e il loro affetto”, ha dichiarato il sindaco di Totalán, Miguel Ángel Escaño. A tutto questo si sommano le provviste e altri beni che persone di diversi comuni di Malaga e dell’Andalusia hanno portato a Totalán.
Investigazione dei fatti. Sia il Consiglio dell’Andalusia che il Comune di Totalán hanno confermato l’assenza di permessi e licenze per realizzare un foro per prendere acqua o il suo sfruttamento nelle coordinate della proprietà in cui si trova il pozzo in cui è caduto il bambino. L’illegalità del pozzo sarà una delle chiavi delle indagini.
Pressione mediatica. Ogni giorno che passa sono sempre di più i mezzi che accorrono nei pressi di Totalán per informare sull’evoluzione delle operazioni di salvataggio. Anche la stampa internazionale dedica sempre più attenzione al caso: ci sono squadre provenienti da Portogallo, Olanda, Germania e Regno Unito. È una situazione a cui i tecnici non sono abituati, dal momento che in altre circostanze lasciano la parola ai politici. Il delegato del Governo dell’Andalusia, Alfonso Rodríguez Gómez de Celis, ha chiesto rispetto per loro: “Le squadre di tecnici stanno lavorando sotto una grande pressione: quella di trovare un bambino di 2 anni il prima possibile. Per questo chiedo, soprattutto ai mezzi di comunicazione, di non aggiungerne altra”. Indicando poi che in questo modo i soccorritori avranno “la pace e la tranquillità” necessarie per “stare concentrati sul completamento” del loro compito.
Ecco il video live dal luogo in cui si stanno svolgendo le operazioni di salvataggio.