La Pecora Dolly in mostra ad Edimburgo: l’ovino che ha rivoluzionato la genetica nacque nel 1996, clonata da una cellula mammaria, e morì precocemente nel 2003 anno in cui i suoi resti furono impagliati per rimanere immortali nella storia della scienza
Le foto a corredo dell’articolo mostrano la pecora Dolly con l’embriologo britannico Sir Ian Wilmut, il “padre” dell’ovino clonato, durante la Towards Dolloy una mostra che racconta un secolo di ricerca genetica a Edimburgo, realizzata presso l’Università di Main Library. La pecora più famosa del mondo, perchè fu il primo animale ad essere clonato, sarà in mostra a fianco di libri rari, documenti d’archivio, immagini, suoni e filmati. Fra tutti gli strumenti di scienza esposti sarà possibile osservare anche il microscopio utilizzato al Roslin Institute, per creare l’embrione clonato che avrebbe poi dato vita a Dolly.
Dolly, nata nel 1996 e rimasta in vita fino al 2003, è stata un simbolo della rivoluzione nella genetica, l’unico tentativo su circa 277 che sopravvisse, se pur per pochi anni. Gli scienziati infatti imputarono la sua prematura morte al fatto che l’animale fosse per natura soggetto ad un invecchiamento precoce a causa della ridotta estensione dei telomeri delle sue cellule. Altra ipotesi fu che la pecora fu creata da una cellula che aveva già sei anni quando fu prelevata dunque si sostenne che l’ovino al momento della nascita presentasse un’invecchiamento già di sei anni. Dopo la sua morte, nel 2003, i resti impagliati di Dolly sono stati eposti al Royal Museum di Edimburgo, che fa parte del National Museums di Scozia. Il nome Dolly, le fu dato in onore della prosperosa cantante country Dolly Parton, dato che la cellula usata per la clonazione fu una cellula mammaria.