Giro d’Italia 2017: flora e fauna dell’Etna [GALLERY]

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Nell’avventurarsi sull’Etna, il paesaggio vegetale si mostra con diversi aspetti della vegetazione, dovuti alle variazioni climatiche con l’altitudine. Iniziando vista dal mare, le aree libere naturali sono caratterizzate dalla macchia mediterranea (lentisco, terebinto, euforbia arborea). Sulle aree collinari: lecci, agrumi, vigneti, ulivi, mandorli, pistacchi, noccioli. Una pianta che profuma il paesaggio di tutti i versanti, dal mare 2000 metri d’altitudine, è la ginestra che, da maggio a luglio, colora di giallo gli incolti con due specie: ginestra comune e ginestra dell’Etna, cui si accompagna la valeriana rossa. Procedendo sino a 1400-1500 m d’altitudine, fruttificano peri e meli e castagneti. Ed ancora: querce caducifoglie, pino laricio, faggio, pioppo tremulo, betulla dell’Etna, zafferano autunnale, ciclamini, rosa canina, origano. Tra i funghi, il re è il porcino dell’Etna, vera delizia dei percorsi gastronomici. Nella zona scoperta o deserta, domina l’astrangolo siculo, detto anche spino santo o spina santa, una delle singolarità dell’Etna. Sui terreni con sabbia e lapilli, si trovano la saponaria sicula, il tanaceto, il ginepro emisfero, il crespino dell’Etna, la coda di cane, la cuscuta, la viola dell’Etna. Nei pascoli, nelle radure e nelle pietraie, il festuca e la cespugliosa poa. Anche la fauna è ricchissima: volpe, gatto selvatico, istrice, ghiri, conigli e lepri. Tra i rettili: lucertole, ramarri, colubro leopardiano, vipera e natrice dal collare. Tra gli uccelli: picchi rossi, gazze, coppie di corvi imperiali, cornacchie, colombacci e aquile reali.Diverse sono anche le specie di farfalle, tra cui l’Aurora dell’Etna, mentre il macaone e il podalirio rappresentano due grandi insetti dalle ali posteriori caudate. Per tutelare l’area vulcanologica etnea, flora, fauna e particolarità di un ambiente unico, nel 1987 è nato il Parco dell’Etna, esteso dalla vetta del vulcano sino alla cintura superiore dei paesi etnei; suddiviso in due zone: A (19.000 ettari, zona di riserva integrale dove l’intervento umano è ridotto al minimo indispensabile); zona B (26.000 ettari, formata per lo più da insediamenti agricoli).

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