Giro d’Italia 2017, Tirano: le origini storiche e le attrattive turistiche [GALLERY]

/
MeteoWeb

Tirano è un comune italiano di 9 053 abitanti della provincia di Sondrio in Lombardia. Sull’etimologia del nome gli storici e gli specialisti, in varie epoche, si sono dati battaglia . «Tirianum» o «Tyranum», attestato dopo il Mille, è forse di origine romana e si riferisce ad un certo «Tirianus o Tirius», oppure deriva da «inter amnes» cioè luogo posto fra i fiumi Adda e Poschiavino. È stata avanzata anche l’ipotesi di un’origine da «Turris amnis», cioè “torre del fiume”, con riferimento ad una fortificazione della zona presente fors ein età tardo romana. Alcuni studiosi si spingono, però, ben più addietro nella storia e fanno derivare il nome di Tirano dai Tirreni, antico popolo del grande ceppo degli Etruschi. Un po di storia. Abitata già in epoca Preistorica, dopo i Romani venne conquistata dai Longobardi e successivamente fu alle dipendenze della Diocesi di Como. Dopo la breve signoria dei Capitanei di Stazzona, cadde, come tutta la Valtellina, sotto la dominazione dei Visconti. Nel 1457 prestò giuramento all’effimera Repubblica Ambrosiana per poi tornare sotto il dominio degli Sforza ai quali rimase sino al 1487, quando i Grigioni occuparono Bormio e, scendendo per la Valtellina, depredarono e saccheggiarono l’area abitata tiranese. Fu poi la volta dei Francesi che dal 1512 dovetterlo cederla alla Repubblica dlle Tre leghe (attuale Cantone dei Grigioni). Dopo il Sacro Macello di Valtellina del 1620, nel 169 la Valtellina rimase sotto il dominio dei Grigioni anche per il 700. Dopo le prime avvisaglie della Rivoluzione francese e l’Editto di Campoformio (1797), cadde sotto la dominazione austriaca, passò per la 2° Guerra di Indipendenza e raggiuse un periodo di sviluppo con la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 anche se, a partire dalla 2° metà del XIX secolo iniziò, per i suoi abitanti, il copioso fenomeno dell’emigrazione. Tirano è conosciuta maggiormente per essere la partenza del famoso Trenino Rosso del Bernina, ma in realtà Tirano, come abbiamo avuto modo di vedere recentemente,è molto di più, e ha tante cose da offrire e da scoprire. Cosa visitare? Tanto per iniziare, Piazza delle Stazioni ferroviarie, che comprende entrambe le stazioni, sia quella italiana che quella delle Ferrovie Retiche(svizzere). Da non perdere Casa Merizzi, uno dei primi edifici liberty di Tirano, commissionato da Girolamo Merizzi, che rievoca lo stile neogotico veneziano; Piazza Marinoni, Casa dell’Antiquario Chiodi, oggi sede di una farmacia, con una bellissima facciata con vari elementi neo –rinascimentali; la Stazione Perego, costruita dall’ architetto Clementi, il Palazzo scolastico, sede della scuola primaria; esso fu progettato a inizio Novecento e sul parapetto del portone d’ ingresso si può notare ancora un’ Atena, simbolo della sapienza, in puro stile liberty. Tornando indietro e attraversando il fiume Adda, ci si ritrova nel Borgo Antico della città, circondata un tempo dalle mura fatte erigere da Ludovico il Moro.Si oltrepassa la Porta Poschiavina e si vede il Palazzo Pretorio, l’ antica sede dei podestà Grigioni. Proseguendo ci si ritrova in Piazza Cavour, su cui si affaccia il Palazzo Marinoni, oggi sede del Municipio. Al centro di Piazza Cavour è collocata una fontana con una statua simboleggiante la Storia, che simpaticamente i tiranesi hanno soprannominato la Maria Luisa. Da visitare anche la Chiesa parrocchiale di San Martino,  dedicata al patrono della città, e magnifici palazzi tra cui: Palazzo Lazzaroni, Palazzo Venosta-Andres ora Giacomoni, Palazzo Merizzi, Palazzo Torelli e il più importante di tutti il Palazzo Salis. Da non perdere Piazza della Basilica, sulla quale è eretta la bellissima cinquecentesca Basilica della Madonna di Tirano, costruita per fede popolare dopo l’apparizione della Beata Vergine Maria a Mario Omodei nel 1504, con tutte le offerte dei fedeli delle vallate vicine. Lo stesso edificio è una fusione di vari stili, in perfetta armonia fra loro. Non si può non visitare la Chiesetta di Santa Perpetua eretta da una comunità di monaci, che davano ospitalità ai pellegrini. L’aspetto della Piazza del Santuario è rimasto lo stesso creato in funzione del Tempio anni fa, quindi l’antica” Hostaria Granda del S Michele” sorto per ospitare i pellegrini è diventata ora sede di opere sociali; inoltre ci sono ancora la serie dei “fondaci,” ovvero le piccole botteghe funzionali alle rinomate fiere di merci e bestiame che qui vi si tenevano e la cui presenza è stata determinate nei secoli per l’economia dell’intera valle.

Condividi