La frazione di Fornazzo di nuovo isolata a causa della valanga di fango e detriti del torrente Cubaniache ha bloccato il tranito sulla strada Mareneve; i residenti sono indignati, “è dal 1979 che non è ancora stato realizzato un intervento idoneo per il contenimento delle acque”
“Perché le cose non funzionano nel nostro Territorio Siciliano? Perché?” E’ con questa esclamazione che dai Social, arriva la richiesta indignata di aiuto dei residenti di Fornazzo, una frazione nel comune di Milo, nella provincia di Catania. L’appello dei residenti di questa frazione che si trova sulle pendici orientali dell’Etna a circa 800 metri di altitudine, è quella di intervento a fronte del maltempo delle ultime ore che, come ogni volta che piove poco più della norma, le acque del torrente Cubania escono dal loro letto, trasportando terra e detriti sullastrada Mareneve, la strada principale che permette la viabilità sino a valle e sino alle sciovie di Piano di Provenza. Nella zona sono caduti 550mm di pioggia nelle ultime 48 ore.
La strada Mareneve stamani si presenta come mostrano le immagini a corredo dell’articolo: una distesa di fango e detriti che hanno letteralmente invaso la strada bloccandone il transito. Una situazione di emergenza a cui i residenti sono tristemente abituati e che si ripete ad ogni ondata di maltempo a causa dell’esondazione del torrente il cui argine, in questo tratto corrispondente, non è mai stato realizzato in modo adeguato e pertanto è causa di esondazioni continue con il conseguente accumulo di detriti e fango sulla carreggiata.
La vicenda dell’argine del torrente Cubania risale ormai al 1979, quando il suo letto fu distrutto dalla colta etnea. Fu costruito con i soldi pubblici un letto artificiale ma che non si è rivelato essere idoneo per evitare il travalicamento delle acque ogni qualvolta si verificano intense precipitazioni. Il punto di inizio del torrente è zona Serracozzo, Rifugo Citelli e dovrebbe raggiungere il ponte costruito a Fornazzo.
I residenti hanno chiesto l’intervento del Comune di Milo, che purtroppo però ha risposto che quel territorio non è di sua competenza ma bensì del Comune di Sant’Alfio, che, a quanto pare da quanto hanno sostenuto i residenti non ha dato loro nessuna risposta nè appoggio. Il torrente dunque non solo chiude il transito con la valanga di fango e detriti che provengono dal suo letto, ma sta anche togliendo parte dell’asfalto volta dopo volta. L’acqua scorre nella colata lavica dove, dall’ultimo sopralluogo è emerso che potrebbe arrivare sino ai noccioleti, vigneti e case agricole con molti danni e disagi.
Ci sono stati alcuni interventi in passato da parte della Provincia. E’ stato costruito infatti il percorso artificiale su cui il torrente dovrebbe scorrere. La maggior parte del letto è stata realizzata bene, tranne che nel tratto corrispondente alla località Fornazzo. Nel caos generale i residenti chiedono solo un minimo intervento da chi di dovere, perchè per evitare i disagi ed un domani eventuali tragedie con vittime, basterebbe solo innalzare un muro che faccia fare all’acqua la giusta curva per poi proseguire nel suo scavo artificiale, per raggiungere poi Fornazzo ed il Vallone Cavagrande in piena sicurezza.