Prenderanno il via nelle prossime ore i prelievi sui tessuti degli organi interni di Imane Fadil, la testimone dei processi Ruby morta il primo marzo scorso per cause ancora misteriose. Lo riferisce il procuratore di Milano Francesco Greco. Gli esami saranno svolti dai consulenti della Procura nell’istituto di medicina legale di Milano dove è stata portata la salma della modella morta a 34 anni dopo atroci sofferenze nella clinica Humanitas di Rozzano. Sono accertamenti preliminari all’autopsia vera e propria che servono a stabilire la presenza di elementi radioattivi negli organi interni di Imane Fadil.
“Siamo qui per una riunione preparatoria e per prendere decisioni con i nostri consulenti“: e’ quanto si e’ limitato a dire il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano arrivata poco fa insieme al pm Luca Gallio, all’Istituto di Medicina Legale di Milano in vista dei prelievi di tessuti dagli organi di Imane Fadil, la testimone chiave del processo Ruby morta in circostanze misteriose lo scorso primo marzo all’Humanitas. Da quanto si è appreso, oggi, dopo la riunione, si procederà con il cosiddetto carotaggio su alcuni organi interni. I tessuti prelevati verranno poi analizzati per verificare la presenza o meno di radioattività in un laboratorio specializzato. In caso di positività alle radiazioni si procederà nell’esame autoptico con tutte le cautele del caso e anche con l’apporto della squadra speciale dei vigili del fuoco che è già stata allertata.
Morte Imane Fadil, l’Ambasciata del Marocco in Italia respinge le accuse di Souad Sbai
L’ambasciata del Marocco in Italia ha respinto le accuse rivolte dall’ex deputato del Pdl, Souad Sbai, annunciando il ricorso alla magistratura. In un comunicato diffuso alla stampa si legge che “nella sua edizione elettronica del 17 marzo 2019, il quotidiano La Repubblica ha pubblicato il testo di un’intervista della giornalista Alessandra Ziniti con la Sig.ra Souad Sbai recante il titolo provocatorio “Souad Sbai: Per la morte di Imane Fadil seguite la pista marocchina, loro sanno come si usa il veleno”. In questa intervista, la Sbai muove gravi accuse contro il regno del Marocco e le sue istituzioni, soprattutto quelle diplomatiche, in relazione al caso del decesso di Imane Fadil. A sostegno delle proprie accuse, avanza informazioni che secondo l’ambasciata sono menzognere, manipolando i fatti e sostituendosi alla giustizia italiana anche se l’autopsia della vittima non e’ ancora stata eseguita”. Si legge ancora che “a fronte di simili diffamazioni, l’ambasciata del regno del Marocco a Roma ha intentato un’azione contro l’interessata presso il Tribunale di Roma per diffamazione e propagazione di informazioni menzognere volte a infangare l’immagine del paese. Con questa azione, l’ambasciata del regno del Marocco respinge dunque tutte le accuse e le insinuazioni formulate contro di essa e ha piena fiducia nella giustizia italiana per stabilire la verita’ in questo affare. Riguardo al caso della defunta, Imane Fadil, il Consolato generale del Marocco segue attentamente l’evoluzione della situazione in stretta collaborazione con la giustizia italiana”.