Si fa presto a dire luminarie natalizie. Ma non tutti gli addobbi sono uguali. Mosca, quest’anno, ha deciso di strafare e lo ha voluto fare affindandosi a dei professionisti italiani. La capitale russa ha deciso di regalarsi delle vere e proprie “architetture di luce” per trasformare il centro della città in un luogo di magia e meraviglia. Questa meravigliosa opera è merito di un artista originario di Bologna. “Il nostro progetto estetico – racconta Valerio Festi, fondatore dell’omonimo studio – si richiama all’estetica neo-barocca, mutuando dal ‘tempo magnifico’ del tripudio festivo secentesco la trasformazione a vista delle piazze, dei palazzi, delle strade, che divengono scenari di un immaginario fatto di simboli e di sogni, impiegando la grande scena urbana come luogo di rappresentazione”.
Un concept che ha stregato il comune di Mosca. Se lo scorso anno Festi ha portato l’illusione e la ‘maraviglia’ in tre strade del centro, quest’anno ha avuto praticamente carta bianca e le sue installazioni spiccano in dieci punti chiave della capitale, dalla piazza del Maneggio, all’ombra del Cremlino, alla Tverskaya, l’arteria più importante del centro, a piazza della Rivoluzione e al ‘sagrato’ del Bolshoy, vera e propria cattedrale laica della musica e del teatro. Questo spettacolo – il pulsante di accensione è stato premuto ieri alle 16.00 dal sindaco Serghei Sobianin – avviene nel quadro del “Festival internazionale della luce natalizia”. L’esperimento dello scorso anno – a cui hanno preso parte artisti francesi, cinesi e russi, ma vinto da Festi – ha mandato in estasi i moscoviti e il comune ha deciso di non badare a spese per replicare, realizzando il più grande allestimento natalizio mai realizzato a Mosca. La storia dello studio Festi inizia all’indomani di una tragedia, il terremoto di Kobe, in Giappone, a metà degli anni Novanta, quando la luce servì a portare “conforto e speranza”. Un rapporto, quello fra luce e oscurità, che affonda le radici nelle origini del mondo e che ha portato le architetture di luce di Festi a Tokyo e alle Galeries Lafayette di Parigi, solo per citare alcuni esempi. “Viviamo in un ‘tempo elettrico’ in cui possiamo usufruire della luce in modo molto piu’ diretto e controllato ma, paradossalmente, abbiamo confuso l’urgenza con la quotidianita’, la meraviglia con il superfluo“, sottolinea Festi. Ma non a Mosca: dove questo Natale il superfluo perlomeno si è riempito di meraviglia.