Rarissimo ritrovamento nel mare di Reggio Calabria: una specie tropicale aliena nel mar Jonio, “prepariamoci a nuovi pericoli” [FOTO]

Eccezionale ritrovamento marino a Reggio Calabria, nel mar Jonio: avvistato un rarissimo esemplare tropicale con un solo precedente nel Mediterraneo. Le foto
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Costa Jonica della Provincia di Reggio Calabria, Comune di Melito di Porto Salvo, spiaggia di Annà. Adulti e bambini si affollano intorno a un oggetto misterioso. A prima vista si direbbe un giocattolo di gomma, simile a una tartaruga mal riuscita. A ben guardare, invece, lo si scorge muoversi (e sbavare).  È quindi un essere vivente, appena “pescato” nei  fondali antistanti. Qualcuno lo guarda con diffidenza, i temerari lo toccano chiedendosi se per caso sia urticante. Si interpella l’esperto. Il prof. Salvatore Giacobbe, biologo marino e affezionato frequentatore del mare di Annà, fa notare come l’animale sia molto simile a un mollusco marino, detto “lumacone tartaruga” (nome scientifico Pleurobranchus testudinarius) che in queste zone è facile incontrare in acqua bassa, in tarda estate. Simile, ma non identico. Un esame più accurato rivelerà che si tratta, con tutta probabilità, di una specie tropicale (Pleurobranchus forskalii), originaria del Mar Rosso, fino ad ora segnalata solo una volta nel Mediterraneo, in acque Israeliane a fine anni ’70 e, ovviamente, mai trovata nei mari italiani. Si tratta, quindi, di una specie aliena per l’Italia. Il rinvenimento di questa diversa specie di lumacone tartaruga è dunque un fatto eccezionale, e c’è da chiedersi quali siano le possibili implicazioni.

Il prof. Giacobbe ritiene evidente il rapporto tra questi episodi e i cambiamenti climatici in atto. Il progressivo riscaldamento del clima sta infatti rendendo il Mediterraneo Orientale sempre più simile a un mare tropicale, e sempre più spesso organismi tipici del Mar Rosso trovano il modo di farsi strada fino alle nostre acque. Le coste ioniche della Calabria, in particolare, sono direttamente esposte ad una corrente di origine orientale, che dalle coste israeliane, appunto, scorrendo lungo la Turchia e la Grecia, arriva a lambire lo Stretto di Messina. Larve di organismi tropicali possono essere quindi trasportate fin qui e sviluppare adulti, ma anche pesci tropicali possono arrivarci “con i loro mezzi”, e trovarsi a loro agio. Il prof. Giacobbe fa notare come notoriamente già da qualche anno l’ostrica perlifera del Mar Rosso sia un ospite stabile delle nostre coste. Nel caso odierno, il segnale è forte, trattandosi di una specie mai segnalata altrove, anche se non rappresenta un pericolo diretto per la salute umana (non è urticante, non morde, e… chi mai la mangerebbe). L’episodio tuttavia ci spinge a ricordare come altri organismi, non precisamente innocui, si stiano gradatamente facendo strada fin qui. Lo spettacolare pesce leone, ad esempio, cioè un vistoso e velenosissimo scorfano tropicale, è stato già segnalato nel sud della Sicilia, e sembra stia  risalendo le coste ioniche. Ecco quindi che oltre ai pericoli che siamo da sempre abituati a gestire (meduse, tracine, vermecani ecc.) incombono nuove realtà che dovremmo prepararci a conoscere.

Il riscaldamento climatico è un fatto, e abbiamo iniziato a contrastarlo con eccessivo ritardo. Prendiamo atto delle conseguenze (non sempre semplici curiosità naturalistiche), e cerchiamo intanto di dare il nostro piccolo personale contributo con scelte e comportamenti per quanto possibile ecosostenibili.

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