Terremoto: Italia vs Giappone. Ecco gli effetti di uno stesso sisma nei due Paesi [FOTO]

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  • L'Aquila 2009 - LaPresse
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Anche il Giappone trema. Erano le 14 (ora locale, le 7 in Italia, ndr) quando il continente nipponico è stato scosso da un forte terremoto. Scossa di magnitudo 6.2 ad una profondità di 10 Km con epicentro nella città Kurayoshi, a circa 700 Km da Tokyo. “E’ stato probabilmente il più forte degli ultimi anni”, dichiarano, e per la prima volta il Giappone si mostra un po’ fragile: edifici crollati, bottiglie di vino ed alimenti sparsi sul pavimento di un negozio, diverse decine di feriti. Una donna è stata ricoverata perché si è ustionata con dell’olio bollente. Arrivano delle immagini forti (gallery) soprattutto per noi che vediamo nel Giappone un colosso dell’edilizia anti-sismica.

Ma…Facciamo un passo indietro. 6 Aprile 2009, L’Aquila. Alle ore 3.32 la Terra trema. Scossa di magnitudo 6.3 ad una profondità di 8 Km. 309 morti, 1.600 feriti, 80 mila sfollati. Diversi edifici e monumenti civili crollarono, L’Aquila divenne una città spettrale. Il sisma dell’Aquila è risultato il 5° terremoto più distruttivo in Italia in epoca moderna, dopo quello di Messina (1908), Avezzano (1915), l’Irpinia (1980) e il terremoto del Friuli (1976).

Stessa scossa, stessa profondità. Luoghi diversi. Diverse conseguenze.

Il problema dell’edilizia in Italia ha assunto delle proporzioni smisurate, e diventa ancora più demoralizzante se si pensa che gran parte dei comuni italiani non hanno un Piano Comunale di Protezione Civile, né edifici a norme antisismiche.  Persino quelli rinnovati di recente sono crollati, basti pensare quanto rapidamente ad Amatrice sia crollata la scuola ristrutturata nel 2012.

Inevitabile il confronto con il Giappone e, forse, anche un po’ avvilente. Perché se è vero che in Italia sono numerosi i borghi antichi, così come le strutture medievali che costituiscono il nostro patrimonio artistico e culturale e che non potrebbero certo essere rase al suolo, è anche vero che si potrebbe investire in maggiori strumenti di tutela. Così come sarebbe necessario attuare (concretamente!) delle norme antisismiche che preservino i milioni di cittadini che vivono in case ristrutturate grossolanamente.

Il Giappone ha una preparazione strutturale e logistica ben diversa: il popolo è consapevole e preparato, gli studenti sono abituati a continue simulazioni, le costruzioni utilizzano dei dispositivi ben precisi che hanno la finalità di limitare i danni. Nulla è lasciato al caso: isolatori antisismici, leghe d’acciaio elastico a bassissima rigidità, pilastri rinforzati con fibra di carbonio per prevenire le fratture, ammortizzatori, architravi mobili per porte e finestre e vetri a maglia antilesione per le finestre.

Manca la conoscenza in Italia? Probabilmente no. Il problema non è solo culturale, ma anche economico e politico. L’Abusivismo e la criminalità apportano un risparmio sui materiali a discapito della stabilità dell’opera, la politica ha talvolta sposato cause più imminenti, mettendo in secondo piano un problema che tuttavia è di portata storica.

Perché se è vero che l’Italia è una terra di scienziati e poeti, di scultori ed architetti, di inventori e brava gente, se è vero che il nostro bel Paese è ricco di storia, cultura ed ingegno, allora non merita questo epilogo. Dovremmo ricordarcelo ogni qual volta decidiamo di accettare un compromesso o giustificare un errore, che sia edile o burocratico poco importa.

Qualche mese fa quasi tutto il popolo italiano ha rimproverato Charlie Hebdo per la sua vignetta satirica. Ma qual era il messaggio che voleva mandare? Ridere sulla morte, o metterci di fronte ad una realtà altrettanto dura e mortificante? Ecco le immagini, a voi la risposta.

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