“A quanti incidenti dovremo ancora assistere prima che i nostri governi capiscano che occorre imboccare un’altra strada?”
Greenpeace esprime preoccupazione per la rottura di un oleodotto in California che lascia presagire l’ennesimo disastro ambientale causato da uno sversamento di petrolio. Una squadra dell’associazione ambientalista si è mobilitata per verificare la gravità della situazione. Nell’area sono già all’opera diverse squadre locali per limitare i danni dello sversamento, ma la raccolta di petrolio dal mare e la pulizia delle spiagge è difficoltosa, tanto che il governatore della California ha dichiarato lo stato di emergenza.
«A quanti incidenti dovremo ancora assistere prima che i nostri governi capiscano che occorre imboccare un’altra strada? La notizia di un altro sversamento di petrolio sulle coste della Mauritania, la cui origine è ancora sconosciuta, è solo di pochi giorni fa», commenta Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Gli sversamenti di petrolio non sono mai un incidente, bensì la diretta conseguenza di misure di controllo e prevenzione insufficienti, adottate da compagnie petrolifere che mettono il loro interesse davanti ogni rischio per l’ambientale e per la salute umana».
La volontà del governo in materia di infrastrutture energetiche è molto chiara, anche prescindendo dallo Sblocca Italia. Nelle ultime settimane sono stati autorizzati diversi progetti di estrazione di petrolio a mare al largo delle coste abruzzesi, in un’area che già nel 2001 il Parlamento aveva individuato per istituire un parco nazionale e che non è mai stata protetta. Nei prossimi mesi potranno essere realizzati un nuovo pozzo di ricerca e fino a dieci nuovi pozzi di estrazione, con infrastrutture che sorgerebbero a pochissimi chilometri al largo della Costa dei Trabocchi. Per questo sabato 23 maggio Greenpeace sarà in piazza a Lanciano, al fianco dei cittadini abruzzesi, per protestare contro le trivellazioni nell’Adriatico e nei nostri mari.