La storia si ripete. Adesso, come 19 anni fa, un nuovo terremoto, stavolta di magnitudo 5.9, scuote l’Appennino e le città di Camerino, Visso, Ussita, Fabriano, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Caldarola,Tolentino, Pioraco, Pievetorina e San Severino. Le stessa zona che il 26 settembre 1997 fu colpita da un altro forte sisma, di magnitudo 6.1, devastante. E se stavolta l’epilogo è stato meno drammatico, sia per l’assenza di vittime che per la resistenza di alcune costruzioni, ”lo si deve non solo al caso, – dice il capo della Protezione civile regionale Cesare Spuri – ma agli interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati fatti con la ricostruzione di 19 anni fa”.
I crolli ci sono stati, purtroppo, ma si tratta soprattutto di immobili pubblici e privati molto vecchi o persino antichi, come chiese e campanili, mentre gli edifici che sono stati migliorati dal punto di vista sismico hanno reagito meglio alle scosse. Nel ’97 si avviò una ricostruzione rapida e precisa, tanto da essere considerata un modello per il corretto utilizzo dei fondi pubblici, ma anche per la rapidità con cui le case furono restituite agli sfollati nei 246 comuni colpiti. I lavori costarono circa 4,3 milioni di euro, 7 miliardi delle vecchie lire. Fu un lavoro minuzioso, senza infiltrazioni della grande criminalità negli appalti né inchieste rilevanti. Adesso pero, dopo i recenti crolli del 24 agosto, (ad Arquata, Pescara del Tronto, Amandola) e del 26 ottobre (di vari edifici nel centro storico di Visso e Ussita, di alcune case di riposo e del carcere e del Tribunale di Camerino), una nuova indagine potrebbe aprirsi.
Nel ’97 il sisma fu seguito da uno sciame d 11 mila scosse totali, di cui 3000 importanti, e causò il danneggiamento 22.000 edifici privati, l’evacuazione di 3.687 abitazioni, il danneggiamento di 2.385 chiese e monumenti storici. Anche in quel caso gli sfollati furono tantissimi, dei quali 1.015 nuclei familiari vennero alloggiati prima nelle tende e poi nei moduli abitativi mobili, mentre 2.111 famiglie trovarono una sistemazione autonoma. Tempestive le opere di ricostruzione: dopo quasi tre anni tutti erano già rientrati nelle proprie case. Oggi il terremoto ha causato un consistente numero di sfollati, si stimano 3-4 mila persone che dovranno prepararsi all’arrivo dell’inverno. In tal senso i sindaci e la Protezione civile si stanno impegnando a convincere la gente a spostarsi negli hotel della costa, in attesa delle ‘casette’, già in preparazione per le vittime del sisma di agosto, ma che adesso non saranno più sufficienti per quelle del recente terremoto.
Diciannove anni fa i soldi per la ricostruzione furono messi a disposizione dallo Stato e gestiti dalla Regione Marche attraverso ‘leggi cornice’, emanate dal Consiglio regionale e applicate con atti amministrativi, il presidente della Regione fu altresì nominato Commissario straordinario. Oggi sarà Vasco Errani ad occuparsi della ricostruzione nelle 4 regioni toccate dal sisma.