Il surriscaldamento del pianeta sta sciogliendo i ghiacciai. Tra gli effetti positivi il recente ritrovamento di reperti che risalgono a piu’ di 4500 anni fa. In Norvegia – afferma l’archeologo Christopher Prescott – lo scioglimento dei ghiacciai ha consentito il ritrovamento di una scarpa dell’Eta’ del Bronzo. Ritrovati anche un bastone da passeggio con iscrizioni runiche e stecche da appendere ad aste per spaventare le renne e poi catturarle. “Questi reperti – afferma Prescott durante una conferenza a Roma – ci permettono di sviluppare straordinarie visioni. Forse, in modo ancora piu’ importante, essi sono un forte richiamo a quello che sta accadendo al clima del nostro pianeta”. Le scoperte dimostrano che le montagne e gli altopiani norvegesi e scandinavi non erano “un mondo arcaico, primitivo e isolato”.
Negli ultimi 4500 anni queste zone “erano integrate nei processi economici e culturali europei”. Importanti ritrovamenti sono avvenuti nell’altopiano di Hardangervidda. Si trova in Norvegia ed e’ il piu’ vasto d’Europa. I ricercatori hanno dimostrato la presenza di insediamenti stagionali (probabilmente da giugno a ottobre) gia’ nell’Eta’ della Pietra e nell’Eta’ del Bronzo. La popolazione vi si trasferiva quando il ghiaccio si scioglieva. La risorsa principale era l’allevamento delle renne. Le corna delle renne venivano usate per creare pettini, attrezzi da lavoro, spille. Le pelli venivano usate per il vestiario invernale.
“Le iscrizioni runiche e gli oggetti decorati – afferma Prescott – dimostrano che coloro che vivevano in quest’area erano cacciatori norvegesi. I pettini furono un importante prodotto di scambio durante l’Eta’ del Ferro, l’epoca vichinga e il Medioevo. L’analisi degli isotopi e il dna dimostrano che pettini medievali ritrovati in Inghilterra, nelle isole atlantiche, Francia, Germania e Polonia erano stati fabbricati dalle renne di Hardangervidda. Sarei sorpreso se questi oggetti provenienti da Hardangervidda non avessero trovato la strada per raggiungere metropoli mediterranee come Roma. I graffiti rinvenuti a Santa Sofia (Costantinopoli) sono la testimonianza materiale di quello che ci raccontano alcune saghe. Anche le popolazioni nordiche – conclude Prescott – viaggiarono attraverso il Mediterraneo”.