La Via Crucis richiama il tratto del cammino percorso da Gesù durane la sua vita terrena, da quando Egli e i suo discepoli, dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli ulivi, sino a quando il Signore fu condotto al luogo del Golgota, crocifisso e sepolto in un sepolcro scavato nella roccia.Ma come si è evoluta la Via Crucis dalle origini a d oggi? Lungo il Medioevo il fascino dei “luoghi santi” suscitò un forte desiderio di riproduzione nella propria terra tanto che i pellegrini, tornati da Ge rusalemme, città della Via Crucis storica, li ricostruirono nele loro città (pensiamo al complesso delle sette chiese di Santo Stefano, a Bologna).Nel Medioevo inoltrato, San Bernardo di Chiaravalle, San Francesco d’Assisi e San Bonaventura da Bagnoregio, spianarono il terreno su cui sorgerà il pio esercizio. A ciò si aggiunse l’entusiasmo delle Crociate che proponevano di ricuperare il Santo Sepolxro; i pellegrinaggi sempre più diffusi dal XII secolo e la presenza stabile d frati minori francescani nei luoghi sacri sempre in questo periodo. Alla fine del XIII secolo, la Via Crucis è attestata come cammino o percorso di Gesù, segnato dalla stazioni.
Nei suoi caratteri attuali, essa è il risultato della fusione di tre devozioni:
- la devozione alle cadute di Cristo sotto la croce;
- la devozione ai cammini dolorosi di Cristo;
- la devozione alle stazioni di Cristo.
In Spagna, nella prima metà del XVII secolo, soprattutto in ambito francescano, avvenne il passaggio alla forma attuale della Via Crucis, con le stazioni disposte nell’ordine di oggi. Dalla Spagna alla Sardegna, posta sotto il dominio spagnolo, il passo fu breve, sino a diffondersi in Italia, specie grazie a San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore e instancabile missionario, che eresse oltre 572 Via Crucis.