Sono sette le Regioni in Italia che hanno già deciso dove saranno trattati i pazienti da sottoporre alla terapia Car-T legata a due particolari tipi di tumori del sangue, la Leucemia linfoblastica acuta (Lla) a cellule B recidivante o refrattaria e il Linfoma diffuso a grandi cellule (Dlbcl).
Si tratta di Liguria, Lombardia, Lazio, Toscana, Abruzzo, Umbria ed Emilia-Romagna. A darne notizia è Novartis nel corso di un incontro organizzato a Basilea sulle novità della ricerca. La Car-t è una strategia immunoterapica di ultima generazione utile per la lotta contro i tumori. Al paziente vengono prelevati i globuli bianchi che vengono ingegnerizzati in laboratorio con l’obiettivo di attivare poi il sistema immunitario.
Una volta reimmessi nel circolo sanguigno, infatti, sono in grado di riconoscere le cellule tumorali e di eliminarle. Le strutture che per ora ospiteranno il trattamento con tisagenlecleucel (questo il nome della Car-T, l’unica indicata in bambini e ragazzi con Lla a cellule B e negli adulti con la Dlbcl e che siano diventati resistenti alle altre terapie o nei quali la malattia sia ricomparsa dopo una risposta ai trattamenti standard) sono gli ospedali pediatrici Bambino Gesu’ (Roma), Sant’Anna (Torino), San Gerardo (Monza), oltre che (per il trattamento per gli adulti) Humanitas e San Raffaele a Milano, Citta’ della salute e della scienza a Torino, Sant’Orsola a Bologna e Umberto I e Gemelli a Roma.
“Ci sono centri in dirittura di arrivo con le procedure di qualificazione e alcuni pronti ai primi ordini”, dice Emanuele Ostuni, responsabile per l’Europa delle terapie cellulari e genetiche di Novartis Oncology. Lo studio sulle Car-T e’ promettente. Spiega Paola Di Matteo, responsabile dell’area medica Car-T Novartis Italia, come la ricerca potrebbe “potenzialmente portarle ad agire anche in altre patologie, tumorali e non solo”.