Coronavirus, il contagio limitato in Sardegna potrebbe essere dovuto a motivi genetici: “Potrebbe riaprire per prima”

Il limitato contagio di Coronavirus in Sardegna, secondo qualche ipotesi, potrebbe essere connesso a motivi genetici o ad antiche 'tracce' lasciate dalla malaria
MeteoWeb

Con 874 casi totali e 41 vittime, la Sardegna è una delle regioni d’Italia meno colpite dall’epidemia di coronavirus. Dietro questi numeri contenuti potrebbe celarsi la genetica. “Saremo in grado di verificarlo piu’ avanti, ma e’ verosimile ipotizzare che il sistema immunitario dei sardi abbia sviluppato una particolare configurazione, che e’ sotto controllo genetico, proprio per rispondere alla malaria”. L’ha sottolineato, Francesco Cucca, docente universitario e ricercatore, in rappresentanza del Comitato tecnico-scientifico della Regione, intervenendo alla videoconferenza stampa del presidente, Christian Solinas, a proposito del limitato contagio di Coronavirus nell’Isola, rispetto ad altre regioni d’Italia che, secondo qualche ipotesi, potrebbe essere in qualche modo connesso a motivi genetici o ad antiche ‘tracce’ lasciate dalla malaria.

“Esistono particolari forme dei geni che danno risposte molto piu’ potenti a livello anticorpale. Circa il 50% dei sardi – ha precisato Cucca – ha questa particolare forma del gene che, effettivamente, determina una migliore risposta alla malaria ma, in generale, anche un sistema immune piu’ pronto, per tutta una serie di attacchi, tipo questo”. Cucca ha aggiunto che “la malaria ha determinato la selezione di particolari geni frequenti. Ci sono varianti che sono presenti nel 26,5% dei geni, e in circa il 50% dei sardi, che in certe altre zone d’Europa sono presenti nello 0,5% o nell’1%. Sara’ importante, quando si partira’ con questi studi, avere la possibilita’ di profilare le persone a rischio”. Per il professor Pietro Cappuccinelli, anche lui in rappresentanza del Comitato tecnico-scientifico della Regione, si tratta di “un’ipotesi interessante che, pero’, ancora non e’ stata provata. Bisogna lavorare per capire. Probabilmente dalle attivita’ che verranno effettuate per il contenimento dell’epidemia del Covid-19, verranno fuori anche dei dati che potranno testare l’eventuale veridicita’ di questa ipotesi”.

Se la Sardegna riesce a contenere la diffusione dell’infezione potra’ essere una delle prime Regioni in cui vengono allentate le misure, ma ancora non e’ il momento”, ha detto Cappuccinelli. Poi, ha aggiunto Cappucinelli, “bisognera’ anche vedere quanto la popolazione della Sardegna e’ immunizzata con questi screening che verranno fatti per identificare la risposta anticorpale nelle persone”. In ogni caso, anche Cucca ha sottolineato che “non e’ assolutamente il momento”. Allo stesso modo l’assessore regionale della Sanita’ Mario Nieddu ha chiarito che “appena adesso iniziamo ad avere gli strumenti che ci consentono di contrastare efficacemente l’epidemia, non e’ tempo per fare considerazioni su riaperture”.

Proprio Cucca ha illustrato il lavoro fatto sinora dal comitato di cui fanno parte anche i professori Stefano Vella e Luca Pani. Un documento di otto punti corrispondenti ad altrettante raccomandazioni: proseguire con il distanziamento sociale, incrementare la disponibilita’ e l’impiego di mascherine nella popolazione, proteggere il personale sanitario e gli altri operatori piu’ esposti al contagio, aumentare in modo considerevole il numero di test diagnostici diretti; le priorita’ sull’esecuzione dei tamponi, il contenimento dell’epidemia promuovendo una rete territoriale attraverso il potenziamento delle Usca (Unita’ Speciali di continuita’ assistenziale), incremento di test indiretti sugli anticorpi, partecipazione a trial clinici, e proseguire nel percorso di informazione e sensibilizzazione dei cittadini.

Condividi