La Germania dice no al Green Pass: “o siamo pazzi noi o in Italia state vivendo una psicosi collettiva”

In Germania non c'è il Green Pass nè tantomeno obbligo di vaccino neanche per medici e operatori sanitari, i tamponi sono gratis per tutti, non c'è l'obbligo di mascherina e con il più basso numero di vaccinati in Europa c'è anche il minor tasso di letalità per Covid-19
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La Germania è uno dei principali Paesi europei (insieme a Regno Unito, Spagna, Svezia, Danimarca, Repubblica Ceca, Ungheria) in cui non c’è alcun Green Pass, mentre i tamponi sono gratuiti per tutti i cittadini al fine di monitorare il contagio (i test sono gratis anche in Spagna, Francia, Polonia, Austria e Danimarca). Particolarmente interessante il dibattito che si è sviluppato sui media tedeschi rispetto all’obbligatorietà del vaccino e all’introduzione del Green Pass. Sebastian Vollmer sul Frankfurter Allgemeine ha scritto a chiare lettere che “Non è compito dello Stato proteggere il cittadino da se stesso. Nella nostra società la propria libertà può essere limitata se colpisce la libertà degli altri. Tuttavia, questo principio non è assoluto. Se fosse assolutamente vero, non ci sarebbe più permesso guidare, mangiare carne o viaggiare per il mondo perché danneggeremmo l’ambiente e la salute dei nostri simili. Se fosse assoluto, non ci sarebbe più permesso di correre rischi individuali, perché in caso di danno potremmo essere un peso per la comunità solidale. Se fosse assolutamente applicabile, dovremmo mantenere per sempre l’obbligo della mascherina e le regole di distanza, perché ci sono anche malattie infettive oltre il Covid-19 – a volte anche quelle senza una vaccinazione disponibile – che rappresentano un certo pericolo per i nostri simili. Il principio fondamentale della nostra società non è che la nostra libertà finisce dove tocca la libertà degli altri. Il principio fondamentale della nostra società è che gli interessi si ponderano gli uni con gli altri e che alcuni diritti definiti nella Legge fondamentale prevalgano sugli altri. Sfortunatamente, stiamo perdendo sempre più di vista questo principio fondamentale nella pandemia“.

L’avvocato Vittorio De Vecchi Lajolo, in un articolo sul Fatto Quotidiano, ha evidenziato come “o la Germania sta commettendo un azzardo spaventoso, oppure in Italia regna una psicosi collettiva“, citando le posizioni dei vertici del Paese tedesco tra cui il telegiornale della prima rete televisiva pubblica ARD dove Katrin Schmelz, psicologa e professoressa dell’università di Costanza, ha spiegato che l’obbligo in queste condizioni sarebbe un errore perché la propensione a vaccinarsi è molto più alta quando esiste una libertà scelta rispetto a quando si è costretti ad adempiere ad un obbligo. L’autore cita anche il prof. Alexander Thiele dell’università di Gottinga secondo cui l’obbligo sarebbe ingiustificabile in un Paese che non ha mai fatto un lockdown estremo (non c’è mai stato per nessuno il divieto di uscire di casa), in cui la mascherina non è mai stata obbligatoria all’aperto e in cui non c’è alcun Green Pass o tantomeno obbligo vaccinale, neanche per i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari e ospedalieri.

La Germania affronta la pandemia e le vaccinazioni senza schizofrenie. E quest’approccio soft non dipende certamente da un’adesione massiccia e spontanea alle vaccinazioni, anzi. La Germania tra i principali Paesi europei è quello con meno vaccinati. Soltanto il 66,5% della popolazione tedesca ha ricevuto il vaccino, una percentuale inferiore persino a quella della Mongolia (67,5%), del Brasile (68,4%) e della Cambogia (68,5%) e sensibilmente più bassa rispetto a Regno Unito (71,2%), Italia (73,3%), Francia (73,6%) e Spagna (79,9%).

Nonostante questo approccio soft, la Germania è riuscita a contenere la pandemia meglio di tutti gli altri Paesi europei. Ha infatti soltanto 1.113 morti di Covid-19 ogni milione di abitanti, un dato eccezionalmente più basso non solo a quello drammatico dell’Italia (2.159 morti ogni milione di abitanti, quasi il doppio rispetto alla Germania e uno dei peggiori al mondo) ma anche di Regno Unito (1.979), Spagna (1.834) e Francia (1.773). Merito di un sistema sanitario adeguato, ad una quantità e qualità di ospedali, posti letto, medici e infermieri enormemente superiore rispetto a quella dell’Italia in cui i cittadini sono costretti a pagare anni di inefficienze dello Stato sulla loro pelle con restrizioni, chiusure, obblighi, ricatti e privazioni della libertà che invece non si verificano negli altri Paesi europei e tantomeno mondiali.

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