Rigopiano: Meloni riceve i familiari delle vittime, “chiediamo verità”

Il 18 gennaio 2017 una valanga ha travolto il resort di Farindola, provocando 29 vittime
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Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato a palazzo Chigi una delegazione del comitato dei familiari delle vittime di Rigopiano che ha chiesto al governo di andare fino in fondo sulla vicenda che 6 anni fa ha provocato 29 vittime.

Il 18 gennaio 2017 una valanga ha travolto il resort di Farindola. Sopravvissute solo 11 persone delle 40 che si trovavano in quel momento nella struttura

Oggi a Palazzo Chigi Giampaolo Matrone, uno dei sopravvissuti che ha resistito 62 ore sotto le macerie ma che ha perso la moglie. Ha portato al presidente del Consiglio una lettera scritta a penna dalla figlia Giorgia, 11 anni. “Rappresentiamo quello che abbiamo vissuto in questi anni e anche quello che abbiamo vissuto con la sentenza di primo grado,” ha affermato Marco Foresta, uno dei membri della delegazione. A Meloni “rappresenteremo i nostri sentimenti e la nostra idea di quello che è successo da quel giorno fino ad oggi. Ci saranno sicuramente altri gradi di giudizio“, ha proseguito Foresta, riferendosi alla sentenza di primo grado. “Vogliamo che esca tutta la verità, come abbiamo sempre detto in questi sei anni, e che sia la vera verità non una parte“.

“Meloni commossa per la lettera”

Giorgia Meloni si “è commossa” ricevendo la lettera della ragazzina di 11 anni, che nella tragedia di Rigopiano perse la mamma. Lo ha raccontato Giampaolo Matrone. “Mia figlia Gaia l’ha scritta qualche giorno fa, spiegando il suo dispiacere per non avere più la mamma da 6 anni – ha raccontato Matrone, lasciando Palazzo Chigi -. Il Presidente è una mamma, può capire cosa può passare una bambina se non vede la mamma per un giorno. Mia figlia sono sei anni… Si è commossa appena gliel’ho data, ha detto che l’avrebbe letta più tardi perché era troppo pesante leggere in quel momento”. “L’ho vista molto vicina alla nostra situazione, le abbiamo chiesto soprattutto di non fare come hanno fatto le precedenti istituzioni che ci hanno accolto solo con una pacca sulla spalla – ha aggiunto Matrone -. Ha detto che ci sarà vicina in questo momento e in futuro, e l’ho vista molto motivata e presa dal nostro dispiacere”.

A Meloni, ha raccontato, i familiari hanno “spiegato la situazione processuale di sei anni, i tempi troppo lunghi per un rito abbreviato, le udienze rimandate per degli scioperi inventati ad arte per allungare i tempi. Poi – ha aggiunto – le ho consegnato una piccola memoria sulla situazione del processo civile, che ci sarà da affrontare e può darsi che duri altri 5, 6 o 7 anni. È stato un evento con enti importanti, Regione Abruzzo, Provincia, Comune, Prefettura, possono anche scendere a un compromesso e a un tavolo insieme a noi e vediamo quello che si può fare“.

Rigopiano, familiari delle vittime: “mai più stragi, nasca procura ad hoc”

L’incontro tra i familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano e il Premier Meloni è durato circa un’ora e mezza e ha avuto un chiaro messaggio: “mai più stragi”. “L’incontro è andato molto bene. Abbiamo esposto le nostre problematiche, abbiamo raccontato la nostra storia, semplicemente la nostra storia, il paradosso di questa giustizia – racconta Gianluca Tanda, uno dei familiari delle vittime, lasciando Palazzo Chigi -. Ovviamente lei non può intervenire in merito, ma noi abbiamo fatto delle proposte, anche a livello nazionale, proposte del Comitato nazionale di cui facciamo parte. Una su tutte, è quella di istituire una procura a livello nazionale che si occupi delle grandi stragi italiane, che si muova dove c’è una strage proprio per evitare che avvenga quello che è accaduto a noi. Abbiamo provato a immaginare un Paese senza stragi, si può fare, si possono iniziare a fare i primi passi”.

Con il Presidente del Consiglio, prosegue l’uomo, che nella strage di Rigopiano ha perso il fratello, “è stata una chiacchierata piacevole, dove abbiamo anche esposto il problema delle morti sul lavoro, perché cinque dei nostri cari non hanno avuto riconosciuto questo diritto. Ma tutto questo lo abbiamo fatto non per noi, ma perché quello che è successo a noi non si ripeta. Lo abbiamo fatto per tutti quelli che verranno dopo, per quel ‘mai più’ che scriviamo su quegli striscioni” comparsi in tante manifestazioni e davanti al tribunale. “Proprio le mamme che hanno perso tutto – prosegue Tanda – lo hanno voluto scrivere accanto alle foto dei propri cari, che campeggiano in tutte le nostre manifestazioni”.

Saremo presenti ovviamente il 5 e il 6 all’Aquila“, per le celebrazioni del terremoto che colpì l’Abruzzo causando 309 morti. “Come Comitato nazionale, faremo un nostro intervento e spiegheremo le nostre soluzioni. Poi con Meloni ci rincontreremo sicuramente, per pianificare al meglio gli obiettivi che ci vogliamo prefissare da qui a breve. Il Presidente non ha preso nessun impegno, ci ha detto che lavorerà sicuramente e sarà attenta alla nostra situazione, ascolterà le nostre richieste che adesso scriveremo e le invieremo molto presto”.

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