I luoghi del terremoto: viaggio alla scoperta di Accumoli, il paese dell’epicentro [FOTO]

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Edifici crollati, strade completamente invase dalle macerie, devastazione… sono queste le immagini di Accumoli, tra i più colpiti dal terremoto del 24 agosto.

Questo piccolo ma grazioso, borgo posto ad un’altezza di 855 m s.l.m. nella parte più nord-orientale del Lazio, nell’Appennino umbro-marchigiano, è situato in un territorio di grande rilievo naturalistico, facente parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, confinante col Parco Nazionale dei Sibillini. Ai piedi di Accumoli scorre la via Salaria, antica via di origini preromane nata per il trasporto del sale che, partendo da Roma, passando per Rieti, si dirige alla costa adriatica. Un po’ di storia. Terra d’origine dei Flavi (da queste parti nacquero e morirono gli imperatori Vespasiano e Tito), dopo la caduta dell’impero nel VI secolo, passò sotto il controllo dei Longobardi. Una signoria longobarda abbastanza indipendente dal vicino Ducato di Spoleto governava le terre dell’attuale Accumoli, dell’Amatriciano e di altre località vicine.

Nel 1200 si affermarono i Comuni. Qui le popolazioni si riunirono in Libere Università, ciascuna sotto la protezione di un signore, e nel 1211 venne a costituirsi la Libera Università di Accumoli. Accumoli si trovò in un’area tradizionalmente sotto l’influenza del Regno di Napoli ma molto prossima allo stato della Chiesa per cui fu un centro dalla vita piuttosto travagliata. Si difese dai tiranni confinanti, si sottomise alla casa d’Angiò, partecipò a diverse vicende che coinvolsero il Regno di Napoli e le diverse dinastie regnanti. Il territorio venne ridimensionato ma nel 400 ebbe molti riconoscimenti anche dagli Aragonesi. Con l’avvento di Carlo V Accumoli attraversò un periodo difficile, di lotte con i confinanti Norcia ed Amatrice, che ebbero alterne fortune.

A metà 600 Accumoli divenne per un breve periodo possesso della famiglia dei Medici ma presto tornò al Regno di Napoli di cui seguì le successive sorti. Via Tommasi, ripida strada principale del paese, era il salotto buono del comune, quello in cui si portavano gli ospiti importanti per farli sentire a loro agio, quella ricca di palazzi storici, costruiti in pietra locale, la pietra serena, morbida arenaria grigia caratteristica anche di gran parte della migliore architettura toscana. Camminare per Accumoli significava tornare indietro nel tempo. Suggestiva la sua torre civica, risalente al XII secolo, con la sua pianta slanciata e quadrata, considerata un simbolo delle antiche libertà comunali.

Volgendo lo sguardo alla sinistra della Torre Civica, si trova il Palazzo del Podestà, sede attuale degli uffici comunali un organismo orizzontale, a conci di arenaria squadrati e lisci, scandito da due arcate al piano terra, tipiche dei palazzi pubblici medioevali, il Palazzo Guasti o del Guasto dove tra il 1427 e il 1433 predicò San Bernardino; Palazzo Marini, l’edificio più vistoso, tardo-manierista, costruito a fine 600 da un deputato del Parlamento di Napoli, caratterizzato da un portale incorniciato da bugnato a punta di diamante e da colonne tortili con capitello ionico a zampe di elefante, numerosi affreschi nelle sale interne, soffitti a cassettoni e un monumentale camino.

Degni di nota Palazzo Cappello, edificio a 5 piani del XVII secolo che si erge al culmine dell’abitato, nei pressi dell’antica rocca, ed è stato utilizzato come caserma dei Carabinieri a partire dal 1864; e il Monumento a Salvatore Tommasi, situato all’ingresso del borgo, opera dell’architetto pitiglianese Enrico Lattes che realizzò l’opera nel 1927. Infine, Palazzo Organtini, edifico d’impianto rinascimentale ma realizzato nel secolo XVIII, sviluppato su tre piani, scanditi da finestre ben allineate, con diversi soffitti a cassettoni, camini e stanze decorate.

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