In Campania, nel fiabesco Castello Aragonese di Ischia [GALLERY]

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Il Castello Aragonese è il simbolo di Ischia, da sempre testimone della sua storia… una tappa obbligata per chi visita l’isola verde ed ama scoprire luoghi pieni di reminiscenze del tempo che fu. Tra i luoghi più fotografati e apprezzati al mondo, racchiuso in cartoline illustrate, film, documentari storici e quadri di artisti di ogni epoca, esso ha una lunga storia. Il Castello ha assunto la sua attuale fisionomia grazie ad Alfonso V d’Aragona. Vi si accedeva tramite un traforo, lungo circa 400 m e tutto il percorso è illuminato da alti lucernari che, in passato, fungevano da piombatoi attraverso cui i soldati lasciavano cadere olio bollente o pietre per difendere il castello dagli assalti dei nemici.

CASTELLO ARAGONESE 3Il tratto successivo è una mulattiera che, alla luce del sole, si snoda in salita sino alla sommità dell’isola: da questa via si diramano dei sentieri minori che conducono fino a giardini e ad altri edifici. Sotto il nome di Castro Gironis, in onore del suo primo fondatore, il castello fu fatto erigere nel 474 a.C. anno durante il quale il Gerone, il tiranno di Siracusa, con la sua flotta, aiutò i Cumani nella guerra contro i Tirreni, contribuendo alla loro disfatta al largo delle coste di Lacco Ameno. Nei secoli a venire il castello subì svariate modifiche: sotto i Normanni, gli Svevi, gli Arabi, i Visigoti, gli Angioini, i Vandali e gli Ostrogoti ma è grazie agli Aragonesi che ha la sua attuale fisionomia, con la costruzione di un ponte ligneo che lo congiungesse all’isola e altre fortificazioni e poderose mura erette per proteggere il Castello dagli attacchi dei pirati. All’interno vi erano sia alloggi reali che alloggi destinati ai cortigiani, alle truppe e alla servitù e, ai suoi piedi, una casamatta dove una guarnigione militare si occupava delle manovre del ponte levatoio e di montare e smontare la guardia.

CASTELLO ARAGONESE 1Gli edifici religiosi ospitati nelle mura del Castello Aragonese raccontano storie affascinanti. All’ingresso ci si imbatte nei resti della Cattedrale, distrutta dalle cannonate della flotta inglese nel 1809, risalente al 1301, che fu teatro, nel 1509, delle nozze tra Ferrante d’Avalos e Vittoria Colonna. Ben conservata è la Chiesa dell’Immacolata, la cui cupola domina l’intero castello e offre una magnifica vista del borgo di Ischia Ponte, anticamente chiamato borgo di Celsa per la presenza di una piantagione di gelsi nei terreni dei frati Agostiniani. Una rampa di gradini accompagnano al Cimitero delle monache, dove sono conservati i sedili sui quali venivano collocati i cadaveri delle monache in posizione eretta. Una stradina esterna conduce alla terrazza degli ulivi dalla quale la vista trova sazietà nell’ammirare le perle del Golfo di Napoli tra Procida e Vivara.

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