Ciclone Idai, il bilancio supera le 350 vittime: la portata del disastro diventa sempre più chiara e ora preoccupano le dighe [FOTO]

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Il numero totale delle vittime è salito oltre 350 in 3 Paesi mentre molte comunità rimangono isolate dalle devastanti inondazioni causate dal ciclone Idai. La tempesta ha toccato terra a nord della città portuale di Beira, in Mozambico, con l’intensità equivalente a quella di un grande uragano di categoria 3 dell’Atlantico o del Pacifico orientale.

Il Mozambico ha dichiarato lo stato di emergenza e 3 giorni di lutto nazionale a causa degli effetti letali di Idai. Nel solo Mozambico, hanno perso la vita oltre 200 persone e oltre 1,5 milioni sono state colpite dalla tempesta. Il Presidente Filipe Nyusi ha dichiarato che nel Paese il numero delle vittime potrebbe salire a 1.000. Le autorità in Zimbabwe hanno riportato che il bilancio delle vittime è salito oltre 100 e che potrebbe superare il numero di 350. Il governo del Malawi ha confermato la morte di 56 persone.

Idai ha prima colpito il Mozambico centro-settentrionale come depressione tropicale con piogge torrenziali durante la prima settimana di marzo prima di ritornare sulle acque del Canale del Mozambico e acquistare rapidamente una maggiore intensità nel corso dell’ultimo weekend e all’inizio di questa settimana. La Croce Rossa riporta che le comunicazioni sono completamente danneggiate a Beira. La maggior parte degli oltre 500.000 abitanti della città rimane senza elettricità. I primi report indicano che circa il 90% degli edifici della città è stato danneggiato o distrutto. L’accesso alla città è limitato poiché tutte le strade da e verso Beira sono state danneggiate o sommerse dall’acqua. L’aeroporto della città è stato trasformato in una base per le operazioni di soccorso poiché rimane uno dei pochi posti nella città che ha ancora le comunicazioni.

Le foto che emergono dall’area mostrano le strade disseminate di alberi abbattuti e detriti e la devastazione delle inondazioni. Gli sforzi di recupero probabilmente richiederanno settimane o addirittura mesi a causa dei danni estesi. Sono stati allestiti centri medici improvvisati poiché il principale ospedale di Beira non è sicuro dopo i danni riportati in seguito alla tempesta. Altre comunità lungo la costa della provincia settentrionale di Zambezia sono isolate a causa dall’innalzamento del livello del mare.

Nonostante Idai si sia indebolito a tempesta di pioggia tropicale sul Mozambico, i suoi abitanti e quelli dello Zimbabwe non dovrebbero abbassare la guardia. Idai può continuare a scaricare piogge torrenziali su queste aree anche nella giornata di oggi, 21 marzo. Gli sforzi di recupero nei giorni scorsi sono stati ostacolati dagli acquazzoni e dai fiumi ingrossati che continuano a sbarrare le strade. Ulteriori alluvioni possono verificarsi sulle elevazioni maggiori lungo il confine orientale di Mozambico e Zimbabwe e nelle aree circostanti. Un’altra preoccupazione è rappresentata dalle dighe dell’area che ora hanno raggiunto il 95-100% della loro capacità, aumentando il rischio di crolli e ulteriore acqua nelle zone già allagate. Condizioni più asciutte dovrebbero arrivare lentamente sull’area alla fine della settimana, favorendo finalmente le operazioni di soccorso.

I cicloni in Mozambico sono un fenomeno piuttosto raro e difficilmente raggiungono questa intensità. Se i venti dei pochi cicloni superano i 200km/h un paio di volte ogni dieci anni, quelli di Idai hanno raggiunto i 315km/h nel momento di massima velocità. È un’intensità paragonabile a quella dell’uragano Irma, che colpì la Florida nel 2017, uno dei più violenti degli ultimi vent’anni: ma quando giovedì scorso Idai ha colpito le coste del Mozambico erano passate meno di 24 ore dal momento della sua massima intensità.

La situazione nelle province colpite dal ciclone Idai è tragica e in questo momento la priorità rimane quella di salvare la vita alle persone rifugiate sui tetti e sugli alberi – racconta Paolo Gomiero, Responsabile Paese Helpcode in Mozambico. Mancano cibo, acqua e medicine; i sopravvissuti hanno perso ogni cosa. Se tutte queste persone potessero urlare insieme la loro sofferenza sarebbe un coro assordante. Una tragedia, risultato della complessità di confrontarsi con eventi naturali sempre più estremi.

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