Crollo Ponte Morandi: cerimonia di commemorazione delle vittime, “Genova non le dimenticherà mai” [GALLERY]

Commemorazione in ricordo delle 43 vittime del crollo di ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 alle 11:36
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
  • Tano Pecoraro/LaPresse
/
MeteoWeb

E’ in corso la cerimonia di commemorazione in ricordo delle 43 vittime del crollo di ponte Morandi nel capannone sotto la nuova pila 9 del viadotto dove viene celebrata la messa dall’arcivescovo di Genova il cardinale Angelo Bagnasco.
La cerimonia ha avuto inizio con la lettura dei nomi delle vittime.

Dietro all’altare costruito per celebrare la messa è stato collocato il crocefisso della chiesa del Campasso. La messa è iniziata con la esecuzione del Requiem di Puccini.

Il Vangelo di oggi ci esorta e, come sempre, ci aiuta: Gesu’, il Figlio eterno di Dio, ci assicura che ‘dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro’. Ci puo’ essere oggi parola piu’ illuminante per il nostro popolo? Lo stare insieme, lo sperare e lavorare insieme, insieme camminare e guardare al bene non individuale ma comune, non e’ solo una regola d’oro per la citta’ e un modo per onorare i defunti, ma e’ anche la garanzia di una presenza piu’ grande, di un amore che ci abbraccia, e tutti conforta e rafforza: e’ la presenza e l’amore di Dio“, ha dichiarato l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia della Messa. “Le nostre forze non sono piccole, cosi’ il desiderio di giustizia e di bene ma per esperienza sappiamo quanto siamo fragili, quanto possiamo essere attraversati da egoismi e miopie, da rivalita’ e divisioni, da dimenticanze. Se restiamo uniti e ci lasciamo umilmente abbracciare da Dio, allora saremo capaci di abbracciarci gli uni gli altri. E le nostre capacita’ -come i pochi pani e pesci della parabola evangelica- si moltiplicheranno e faranno miracoli. Sia cosi’, cari amici, sia cosi’ per il bene di noi tutti, delle giovani generazioni di cui siamo responsabili, sia cosi’ per il bene di Genova e del nostro amato Paese”.

Tano Pecoraro/LaPresse

A distanza di un anno dal tragico crollo del ponte Morandi Genova è qui, e con noi prega per le vittime, angeli della Città. Li pensiamo nella luce, tra le braccia di Dio; e con gli occhi della fede li vediamo affacciarsi dalla finestra del cielo mentre pregano per i loro cari, per tutti noi: Genova non li dimenticherà mai“, ha proseguito Bagnasco. “Abbiamo incisi nel cuore quei giorni, quell’ apocalisse che ci ha lasciati senza respiro, che ci ha fatti sentire svuotati, come se tutto – d’improvviso – fosse precipitato nel buio. Come in quei momenti di lutto, la Città rinnova il suo abbraccio ai familiari delle vittime: siamo consapevoli che nessuno di noi può colmare il vuoto dei loro cari, ma umilmente e, con grande rispetto, vogliamo stringerci a loro perché non si sentano troppo soli. Anche le parole del Santo Padre Francesco ci fanno sentire il suo affetto e la sua vicinanza: di cuore lo ringraziamo“.

Nonostante gli interventi giunti, le difficoltà sono state pesanti, e i disagi diffusi per muoversi da una parte all’altra, per gli abitanti della zona, per non pochi lavoratori che qui avevano le loro attività: tutti hanno vissuto il distacco da un ambiente familiare e caro, hanno visto messo in crisi il loro lavoro. Ma su tutto ha aleggiato la speranza, il credere in un futuro non lontano, e che oggi cominciamo a vedere. La demolizione del rimanente troncone del ponte è stato come il definitivo distacco da un pezzo di storia, ma la Città è protesa al futuro, un futuro che, con onestà e determinazione, dobbiamo guardare insieme“, ha dichiarato Bagnasco.

In precedenza, alcuni parenti delle vittime del crollo di ponte Morandi hanno chiesto al premier Giuseppe Conte che la delegazione di Aspi abbandonasse l’area. Il presidente del Consiglio avrebbe informato la delegazione che ha deciso di assecondare la richiesta, per evitare di creare problemi e per rispetto dei familiari e delle vittime.

Condividi