Maltempo, situazione drammatica sul Lago di Como: fuga in massa da Dervio, si teme cedimento della diga di Premana [FOTO e VIDEO LIVE]

Danni nel settore rivierasco nord della provincia di Lecco, in aree come Dervio, affacciata sul ramo lecchese del Lago di Como
  • dervio
  • dervio
  • dervio
  • dervio
/
MeteoWeb

Emergenza nel Lecchese a Dervio, soprattutto nelle vicinanze del corso del torrente Varrone, dove è in corso l’evacuazione di diverse abitazioni (circa un migliaio di persone), per il timore del cedimento della diga di Premana.
Disposta anche l’evacuazione delle scuole del paese. La situazione viene costantemente monitorata dalle autorità e dalle forze dell’ordine. E’ stata attivata la richiesta dello stato di emergenza.
La Prefettura ha invitato tutti i cittadini di Dervio a lasciare le abitazioni. La diga è in parte tracimata. Finché non sarà segnalato il cessato pericolo, non si potrà tornare in paese. Gli sfollati vengono smistati tra l’Oasi del Viandante, l’oratorio di Bellano e la palestra di Colico: lo comunica il sindaco Stefano Cassinelli.
Sui rilievi della zona oggi sono caduti fino a 150mm di pioggia.

RFI, ha annunciato che, a causa dell’esondazione del Varrone, dalle 10.15 la circolazione ferroviaria sulla linea Lecco-Tirano-Chiavenna è stata sospesa tra le stazioni di Colico e Delebio, e Dervio e Bellano.

E’ stato chiuso completamente al traffico il lungolago di Como in seguito all’innalzamento del livello del Lario, salito in un giorno di 20 cm. Alle 13.30 era quota 123 cm, tre in più  della soglia di esondazione.
L’innalzamento repentino del lago è dovuto alle violentissime piogge cadute nella notte sul fronte alpino, soprattutto in Valtellina e Valchiavenna: oggi alle 13 entravano nel lago più di mille metri cubi d’acqua al secondo, un quantitativo estremamente alto, a fronte di un deflusso di 380 metri cubi al secondo.

Bombe di grandine in Lombardia

Mentre la Valtellina sta facendo i conti con piogge intense che stanno provocando frane e smottamenti, è partita la conta dei danni delle bombe di grandine che nelle ultime ore si sono abbattute su buona parte della regione, dalla Bergamasca al Cremonese, dal Bresciano a Varese, Lecco e Como: lo rende noto Coldiretti Lombardia che ha disegnato la prima mappa regionale dei danni provincia per provincia, sottolineando come i chicchi di ghiaccio abbiano colpito frumento, mais, orzo e ortaggi, mentre negli alpeggi è andato distrutto il foraggio per le mucche che dovevano salire sui pascoli. In Valtellina le forti piogge stanno allagando campi e pascoli, ingrossando fiumi e torrenti. “Qui è un disastro. Ci sono stati diversi smottamenti e piccole frane, che hanno invaso le carreggiate, rendendo difficile raggiungere i pascoli. Intanto i canmpoi si stanno riempiendo d’acqua“, racconta Carlo Ratti, allevatore di Gordona in Valchiavenna. “In valle i prati sono stati tutti colpiti. Il maggengo è messo male. La situazione è preoccupante, vediamo come si evolve“, spiega Massimo Involti, agricoltore di Tavano di Delebio (Sondrio). Nel Cremonese – precisa la Coldiretti – nelle ultime ore una violenta grandinata si è abbattuta sul territorio casalasco tra i comuni di Gussola, Torricella del Pizzo, Scandolara, Motta Baluffi, Cingia de’ Botti e Torre de’ Picenardi. I danni maggiori sulle coltivazioni prossime al raccolto come frumento, orzo e piselli. La tempesta ha spezzato anche le pianticelle di pomodoro e mais, le zucche e gli ortaggi in campo. Nella Bergamasca – continua la Coldiretti Lombardia – la grandine ha colpito la Valle di Scalve, dove è andato distrutto il primo raccolto di fieno. Prati imbiancati nella zona di Schilpario, dove in questi giorni avrebbero dovuto pascolare le mucche che invece così non potranno trovare l’erba di cui cibarsi. “Per noi allevatori è un danno gravissimo. Dovremo riprogrammare tutta la stagione e saremo costretti a comprare il foraggio per dare da mangiare ai nostri animali, con un forte aumento dei costi“, spiega Giovanni Giudici, allevatore di Vilminore di Scalve. Anche nella zona di Gazzaniga, in Valle Seriana, un forte vento ha spianato il frumento in campo e la violenta grandinata che è seguita lo ha distrutto. Problemi inoltre in Valle Imagna tra Fuipiano, Brumano, Rota d’Imagna e Sant’Omobono Terme, dove il primo taglio di foraggio che era pronto per essere raccolto è andato perso totalmente. Danni si contano anche nel Bresciano: in Vallesabbia campi allagati e prati completamente distrutti. Grandine anche sulla zona di Brescia città e sul lago di Garda. In Vallecamonica, oltre all’erba medica, sono andati persi mirtilli e zucchine. A nord di Leno e di Ghedi colpito il mais. Ortaggi in pieno campo, fiori e strutture danneggiati anche nelle province della Lombardia settentrionale: la grandine ha colpito l’arco alpino e prealpino, interessando le valli che collegano il Varesotto al Lecchese. “Stimiamo una perdita dell’80% di piccoli frutti. Colpiti soprattutto lamponi, more e mirtilli“, spiega Chiara Canclini, produttrice agricola di Stazzona, in provincia di Como. Meli, peri e peschi vittime del Maltempo nelle valli che collegano il Verbano al Varesotto, con perdite ingenti. Nel Lecchese, a Merate la grandinata violenta ha stirato l’erba, abbattendosi anche su orzo e frumento. “Raffiche di vento fortissime e chicchi molto grossi hanno centrato il fieno nei prati compromettendo gran parte del raccolto. Il bel tempo di inizio giugno aveva fatto ben sperare, ma questa grandinata ci conferma che non si può stare tranquilli“, conferma l’allevatore meratese Alessandro Mapelli. Secondo un monitoraggio della Coldiretti nazionale le ultime tempeste di ghiaccio e acqua hanno fatto salire di un metro nelle ultime 24 ore il livello del Po al Ponte della Becca a Pavia ed esondare il lago di Como. Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il livello di fiumi e gonfiato i grandi laghi verso valori massimi come quello Maggiore che secondo l’analisi della Coldiretti ha raggiunto un grado di riempimento al 111%, quello di Garda al 97% e quello di Como che è al 90% ha addirittura allagato una corsia del Lungolario. La grandine – continua la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché provoca danni irreparabili alle coltivazione mandando in fumo un intero anno di lavoro. Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

Condividi