Esplosione Stromboli, rischio maremoti: “stare lontani dalle coste”

Esplosione Stromboli, l'esperto lancia l'allarme tsunami: "state lontani dalle coste"
  • Immagini della sequenza esplosiva parossistica riprese dalle telecamere di sorveglianza dell’INGV Osservatorio Etneo. a) trabocchi lavici dalle bocche attive della terrazza craterica; b) la prima delle due esplosioni maggiori della sequenza ripresa dalla telecamera termica di Pizzo sopra la Fossa; c) seconda esplosione maggiore della sequenza, a distanza di circa trenta secondi dalla prima; d) la prima esplosione maggiore, ripresa dalla telecamera termica di quota 400 m.s.l.m.
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La cosa più importante è stare in zone protette, nelle cosiddette aree ‘d’attesa’, come nella piazza di San Vincenzo, e lontani dal mare perchè un pericolo associato all’eruzione sono le frane che innescano maremoti, come avvenne nel 2002“. Così a RaiNews24 Guido Giordano, professore di Vulcanologia all’Università di Roma, in merito all’eruzione a Stromboli. La situazione è più critica a Ginostra, perchè “è un po’ meno riparata di Stromboli e si sono verificati degli incendi. Si sta provvedendo a spostare le persone in luoghi di sicurezza“, continua l’esperto. Inizialmente i residenti si sono barricati in casa per proteggersi dalla pioggia di cenere, mentre alcuni turisti si sono istintivamente buttati in mare. E’ però “necessario stare alcune decine di metri dal dislivello del mare, stare in contatto con i volontari della protezione civile e attendere istruzioni“, afferma Giordano, che spiega come si siano verificate “due vibrazioni: la prima di terra e la seconda acustica, d’orecchio. E’ probabile che la prima esplosione abbia avuto un effetto sismico“.

Evacuate a Ginostra una settantina di persone impaurite dalla situazione prodotta dall’eruzione. Lo rendono noto i vigili del fuoco. Su Stromboli la squadra dei pompieri di Lipari, trasportata dalla Capitaneria di Porto, ha raggiunto attraverso una mulattiera Punta dei Corvi. Presenti diversi incendi di vegetazione causati dall’eruzione, sui quali stanno ancora operando i canadair.

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