Indonesia, nuova esplosione dell’Anak Krakatau: dopo il collasso di Dicembre, ecco come il vulcano inizia la sua ricostruzione [FOTO e VIDEO]

  • esplosione anak krakatau
  • esplosione anak krakatau
  • esplosione anak krakatau
  • esplosione anak krakatau
  • esplosione anak krakatau
  • esplosione anak krakatau
  • esplosione anak krakatau
/
MeteoWeb

Nuova esplosione del vulcano Anak Krakatau tra le isole di Sumatra e Java, in Indonesia, che il 22 dicembre ha dato origine ad un devastante tsunami. Ora arrivano nuove drammatiche e allo stesso tempo spettacolari immagini delle esplosioni del vulcano che è collassato dopo l’evento di qualche settimana fa, dal condotto che ora è sommerso dall’acqua. L’acqua interagisce violentemente con il magma che risale dando origine alla cosiddetta attività surtseyana, un tipo di eruzione vulcanica che si verifica nei mari o nei laghi poco profondi. Il suo nome deriva dall’isola di Surtsey, apparsa al largo della costa meridionale dell’Islanda, che ha mostrato questo tipo di attività nel 1963.

Nel video in fondo all’articolo, le immagini dell’ultima esplosione dell’Anak Krakatau, che ha creato un pennacchio di cenere che ha raggiunto i 2km di altezza. Le autorità invitano i residenti e i turisti a non avvicinarsi a meno di 5km dal vulcano. Nei giorni precedenti del nuovo anno, altre eruzioni si erano verificate dopo giorni di relativa calma. In quelle occasioni, i pennacchi di cenere hanno raggiunto 12 e 15km di altezza sopra il livello del mare.

Lo tsunami dello scorso 22 dicembre è stato generato dal collasso di parte del vulcano che con ogni probabilità ha coinvolto un notevole volume sott’acqua. Il bilancio dell’evento è stato drammatico: si parla di circa 430 vittime e oltre 7.000 feriti. Circa 40.000 residenti sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Ulteriori crolli, che fortunatamente hanno coinvolto volumi minori, in combinazione con violente esplosioni hanno rimosso ancora altro materiale dall’isola, cancellando l’intero cono vulcanico. Il 28 dicembre, l’agenzia di vulcanologia dell’Indonesia ha fornito una stima shock: mancano circa ? del volume del vulcano. Dai circa 150-170 milioni di metri cubi prima del crollo del 22 dicembre, l’Anak Krakatau si è ridotto a 40-70 milioni di metri cubi. Il vulcano, prima alto 338 metri, si è ridotto improvvisamente a 110 metri. Le incredibili immagini satellitari che trovate nella gallery a corredo dell’articolo testimoniano tutto questo, mostrando un enorme vuoto dove prima esistevano terraferma, alberi e vegetazione.

Ma non si tratta solo del suo collasso. Quello che attira ancora l’attenzione è la velocità con cui il vulcano ha iniziato a ricostruirsi facendo ciò che gli riesce meglio: eruttare furiosamente. Dopo il collasso, l’Anak Krakatau è entrato in una fase eruttiva leggermente diversa. Sembra che molto magma stia raggiungendo la superficie sotto le onde intorno al punto in cui il vulcano è collassato. Questo ha prodotto una forte attività eruttiva idrovulcanica, creando pennacchi di cenere, getti di detriti e molto altro ancora.

È bene ricordare che l’Anak Krakatau è emerso dal mare nel 1927 sulle rovine del Krakatau, i cui resti rimangono parzialmente intorno al giovane vulcano. L’ascendenza dell’Anak Krakatau è stata possibile solo grazie al fatto che producesse molta più lava (e quindi nuova terra) rispetto a quanta ne potesse essere erosa dall’azione delle onde. In considerazione di questo, non è una sorpresa se tutto il materiale vulcanoclastico emerso dal collasso dell’Anak Krakatau abbia contribuito a ricostruire parzialmente l’isola. Come indicato dal vulcanologo Simon Carn, l’intensa attività tra il 23 3 il 28 dicembre ha fatto sì che l’isola si ricostruisse parzialmente.

Certamente, le cavità create dal collasso rimangono visibili, ma il punto è che la ricostruzione era già iniziata quando il mondo stava ancora cercando di capire cosa aveva innescato lo tsunami. L’Anak Krakatau ritornerà quindi alla sua gloriosa imponenza? Forse, ma è molto difficile dire con esattezza cosa succederà al sito in futuro, considerando che si tratta di un vulcano molto attivo.

Condividi